Si parla spesso dei giovani, delle prospettive (assai scarse) offerte loro dal mondo del lavoro, e spesso ci si interroga anche se le nuove generazioni, i “giovani del terzo millennio”, siano più o meno interessati alla politica, al sociale o all’ambiente, se siano più o meno idealisti dei loro genitori. Secondo uno studio americano, della San Diego State University, i ragazzi di oggi-almeno negli Stati Uniti, ma forse la tendenza è quella un pò dovunque- sarebbero meno impegnati politicamente o nel sociale, più concentrati su valori materiali e meno disposti ad aiutare la comunità rispetto alle generazioni che li hanno preceduti, la “Generazione X” dei nati fra il 1962 e il 1981 e i “figli del boom economico”, nati tra il 1946 e il 1961.
Studio
Violenza in tv, predispone all’aggressività
Vedere comportamenti violenti o aggressivi in tv, quali possono essere anche il bullismo o l’esclusione sociale, può a sua volta predisporci all’aggressività. E’ quanto scoperto da uno studio condotto dal professor Douglas Gentile della Iowa State University assieme a Sarah Coyne e David Nelson, della Brigham Young University’s School of Family Life, e Jennifer Ruh Linder, del Linfield College. Il professor Gentile ha spiegato: “Quello che questo studio dimostra è che l’aggressività relazionale può realmente provocare un cambiamento nel modo di pensare. E ciò è importante perchè certamente il tuo modo di pensare può cambiare il tuo comportamento”.
Rapporto di coppia duraturo? Il segreto è provare gli stessi sentimenti
In un rapporto di coppia è bene conoscersi a fondo e condividere tutti i momenti, lieti e meno lieti, che la vita ci riserva, e sarebbe bene riuscire a viverli provando emozioni e stati d’animo simili. Infatti, anche se non si sa ancora con certezza cos’è che rende una coppia più o meno affiatata e fa proseguire il rapporto nel tempo, certamente il fatto di provare sentimenti ed emozioni simili può aiutare a mantenere saldo il rapporto, stando a quanto scoperto da uno studio dell’University of California-Davis.
I bambini piccoli già capiscono il significato delle parole
I bambini piccoli sono, probabilmente, più intelligenti di quanto pensassimo, e già a 6-9 mesi, anche se non hanno ancora sviluppato il linguaggio e la capacità di parlare, riescono a comprendere il significato di molte parole. E’ quanto emerso da uno studio dell’Università della Pennsylvania, che desta sorpresa anche fra molti psicologi, convinti finora che la comprensione delle parole non fosse possibile nei bambini di età inferiore ad un anno.
La paura? Dipende dal subconscio, come negli animali
Noi esseri umani, per quanto dotati di ragione, abbiamo molto in comune con il mondo animale, a volte anche per quel che riguarda le nostre emozioni basilari, come ad esempio la paura. Le nostre iniziali reazioni ad essa sono infatti simili a quelle di molti animali e avvengono principalmente a livello del subconscio, secondo quanto scoperto dai ricercatori dell’Università di Exeter, con uno studio che potrebbe avere implicazioni sul trattamento di disturbi come le fobie.
Uomini e donne hanno personalità molto differenti
Si è finora ritenuto che le differenze tra i sessi, dal punto di vista psicologico, siano abbastanza ridotte, ma un recente studio condotto dall’Università di Torino e dall’Università di Manchester ha esaminato le caratteristiche della personalità di uomini e donne, giungendo alla conclusione che, tra i due sessi, vi sarebbero ben pochi tratti in comune, (circa il 10 per cento), mentre sarebbero molte di più le caratteristiche differenti. “Dal punto di vista psicologico, gli uomini e le donne sono quasi delle specie differenti” ha spiegato il dottor Paul Irwing, dell’Università di Manchester, coautore dello studio.
Studio e motivazione, come facilitare l’apprendimento
E’ giusto regalare dei soldi ai bambini quando hanno buoni voti a scuola? Se lo chiede il dottor Steven Reiss, psicologo americano, autore del saggio Six motivational reasons for low school achievement, che estende la questione ad un campo più vasto dell’ambiente familiare, ovvero a quello che fanno le istituzioni per incoraggiare gli studenti a proseguire gli studi, a migliorarsi e ad eccellere. Un problema molto sentito negli USA dal momento che circa un quarto degli studenti abbandona la scuola prima di aver conseguito il diploma.
Stress e longevità: stressati dagli antistress, salvati dalla consapevolezza
Lo stress non uccide. Senza stress c’è la morte, citando Hans Selye. Altro non è che la reazione naturale con la quale affrontiamo gli eventi, una carica reazionaria che ci spinge all’azione, al movimento. La risposta di una persona all’impegno. Poi c’è il distress, lo stress negativo ovvero eccessivo, insopportabile, disfunzionale e patologico. Ma di questo abbiamo già lungamente parlato. Oggi vogliamo soffermarci sulla relazione tra stress e longevità, una liaison reputata dangereuse da molti studi ma che viene riabilitata, insieme ad altri fattori considerati sinora demoni per il vivere bene e a lungo, da un recente studio.
Loro sono Howard S. Friedman e Leslie Martin, ultime firme di The Longevity Project iniziato nel lontano 1921 dallo psicologo Lewis Terman della Stanford University. Un campione di 1500 persone seguite per 90 anni per scovare il segreto di un’esistenza serena e duratura.
L’autostima importante per i giovani
Una recente ricerca condotta da un gruppo della Ohio State University negli Stati Uniti d’America, ha messo in risalto l’importanza che ha per i giovani il proprio ego. Secondo i risultati posti, cadono le convinzioni che si portano avanti da decine di anni sulla meta più desiderata dagli adolescenti e dai ragazzi americani.
Nel momento in cui gli studenti “cavie” della ricerca sono stati messi davanti ad una scelta, infatti, in barba a tutti i pronostici sui loro desideri, non hanno scelto il sesso, bensì i complimenti ed i voti alti a scuola, cosa che permetterebbe un aumento spropositato della propria autostima.
Studio, l’ABC per mantenere una buona concentrazione
Il detto “sei quello che mangi” non si riferisce ai soli effetti che la nutrizione esercita sul nostro aspetto fisico ma anche al fatto che determinate abitudini alimentari determinano specifici stili di vita che si ripercuotono anche sullo studio. In vista degli esami di fine corso oggi parleremo dell‘ABC dei cibi che ci aiutano a mantenere una buona concentrazione e migliorano la nostra produttività.
Studio, come organizzarlo al meglio
Lo studio allena il cervello e rappresenta il miglior metodo per allargare le nostre conoscenze, eppure spesso le distrazioni e gli impegni di ogni giorno ci impediscono di studiare come dovremmo. Nella maggior parte dei casi in realtà abbiamo abbastanza tempo a disposizione ma il problema sta nel sapersi organizzare; ecco quindi alcuni consigli per organizzare un piano di studi efficace.