Siamo onesti, la gola è l’unico vizio che amiamo confessare: sono goloso non suona come mi mangio il fegato dall’invidia o sono accecato dall’ira e dalla superbia. Ed è l’unico proprio perché rappresenta il vizio carnale per eccellenza da cui la lussuria in qualche modo discende. Se in passato il piacere era un lusso per pochi, ieri un diritto di tutti, oggi diventa quasi un diritto.
E cosi siamo diventati dei famelici consumatori, consumatori di cose e persone. Tanto da poter tranquillamente sostenere che il vizio finisce dove inizia la fame. In Occidente l’esperienza del cibo è stata l’esperienza culturale più forte e vissuta degli utimi vent’anni. E’ stato assimilato, individuato e globalizzato, dai weekend enogastronomici ai prodotti tipici da supermercato. Sono stati gli anni del doc e del dop, la figura dello chef ha dominato i media.