Quando sei triste e ti senti intrappolato in una situazione difficile non è facile tirarsi su di morale o riuscire a vedere nuovamente le cose sotto una prospettiva differenti. Ti vogliamo quindi indicare cosa pensare quando sei triste per stare meglio.
tristezza
Vedere film drammatici ci fa sentire più felici
I film drammatici, spesso, riscuotono un grande successo, basti pensare al celebre “Titanic”, e talvolta sono maggiormente apprezzati proprio per la loro “tragicità”. Secondo una ricerca condotta dalla professoressa Silvia Knobloch-Westerwich, dell’Ohio State University, ciò sarebbe dovuto al fatto che vedere film drammatici, in realtà, ci fa sentire meglio, ci rende più felici, almeno nel breve periodo. Ciò avverrebbe perchè questo genere di film ci fa pensare ai nostri affetti più cari e ci fa apprezzare meglio alcuni aspetti della nostra vita.
Come rafforzare l’autostima con l’ironia
L’autostima corrisponde alla valutazione che abbiamo di noi stessi e che influenza ogni altra relazione. Sarà capitato a tutti di vivere momenti di difficoltà e di farsi completamente assorbire da emozioni quali permalosità, rabbia, tristezza, tanto che ogni occasione diventa quella giusta per sentirsi criticato o messo in discussione. La soluzione potrebbe essere più semplice di quello che pensate e si chiama autoironia.
Depressione bipolare: vediamo cos’è
Non tutti sanno che la depressione bipolare è un disturbo mentale molto complesso. La caratteristica fondamentale consiste nella variabilità dell’umore, che influisce tantissimo sulle relazioni con gli altri e sulla conduzione di qualsiasi sano rapporto lavorativo. Non bisogna fare diagnosi fai da te. Per un disturbo di questo tipo è consigliabile farsi aiutare da un esperto.
Sindrome del nido vuoto, quando i figli vanno via
Quella della casa che si svuota, a seguito dei figli che vanno via, ormai adulti, a vivere da soli, è un’esperienza che per alcuni genitori e coppie è vissuta in maniera molto dolorosa, specie se il legame e l’intesa, la vita familiare, erano molto affiatati e consolidati. C’è chi va in depressione ed arriva purtroppo a separarsi, sentendo di non avere più nulla da condividere con il partner. E’ una sensazione triste che spesso esacerba le crisi e le tensioni preesistenti nei coniugi.
Dire no al fumo comporta dire sì alla tristezza
Uno dei vizi più comuni fra gli uomini è il fumo. La sigaretta diventa momento di sfogo e di piacere durante la giornata. Inutile star ora ad elencare tutte le caratteristiche negative legate al vizio di fumare, oltre che al rischio di incappare in patologie e malattie molto gravi in alcuni casi. Per non parlare poi del fatto che il fumo crea dipendenza, aumento di peso e ansia. Ma sembra interessante sottolineare il risultato di uno studio canadese effettuato da un gruppo di ricercatori del Centre for Addiction and Mental Health e dell’Università di Toronto.
Come superare un lutto
Sappiamo bene che la vita è un passaggio, e che purtroppo nessuno di noi è immortale. Potrebbe capitare però che la perdita di una persona cara dovuto ad un evento improvviso e non premeditato, come un incidente stradale oppure il trauma di una brutta malattia, diventa una esperienza molto pericolosa.
Questa esperienza, potrebbe infatti avere degli effetti collaterali pessimi, ed a volte quasi devastanti sia per i familiari dell’estinto che per gli amici cari.
Le reazioni, possono essere non solo forti, ma a volte anche estreme. Purtroppo per chi rimane, porterà con se una prova costante di ansia, solitudine, depressione, oltre che confusione sia sul suo presente che sul futuro.
La sindrome di Penelope, anziane affette da nostalgia e tristezza
La sindrome di Penelope: quel continuo, angoscioso, pacato e rassegnato aspettare che accada qualcosa, che ritorni a casa qualcuno a colmare il vuoto lasciato dagli anni, aperto come una voragine nel petto. Quella triste consapevolezza che invece non accadrà nulla, nessuno busserà più alla porta, il tempo perso non tornerà perché la vita è trascorsa ed il resto, quello che ne rimane, è contrassegnato da una solitudine e da un dolore muto destinati a durare fino alla fine dei propri giorni.
Solitudine, tristezza e nostalgia sono i tarli che rodono e consumano lentamente il benessere psicologico delle donne anziane. I ricercatori dell’Università di Messina hanno accertato, in un recente studio, che a soffrire maggiormente della sindrome di Penelope, com’era d’altra parte ovvio, sono le vedove ed in generale chi è rimasta sola per un motivo o per un altro.
Depressione dopo il sesso, sex blues
Depressione post sesso, sex blues
Il sesso migliora l’umore, è un ottimo modo per rimanere in sintonia con il partner, un’attività fisica che brucia un discreto numero di calorie, eppure una recente ricerca avrebbe approfondito un aspetto per così dire negativo della vita sessuale che colpisce le donne.
Si parla di depressione dopo il sesso, quella sensazione mista di tristezza e malinconia conosciuta come sex blues e che pare sia molto diffusa tra la popolazione femminile. A soffrirne, infatti, sarebbe una donna su tre.
Combattere la solitudine, i cibi che fanno bene al cuore
Rifugiarsi nel cibo spazzatura, quando si è tristi o ci si sente soli, non è mai una buona idea. Mangiare per riempire il vuoto è sicuramente deleterio per via delle conseguenze sulla salute sia psichica che fisica. Quantità esagerate di gelato e cioccolata non sono un’alternativa alla carenza d’affetto che solo un buon rapporto con se stessi e poi con gli altri possono colmare.
Guai però a demonizzare il cibo. Il cibo è un alleato delle nostre emozioni, è legato alla vita sociale, al benessere, al piacere. Nelle giuste dosi e proporzioni e rispettando eventuali limitazioni imposte da un regime dietetico dettato da disturbi di salute o dieta dimagrante, alcuni piatti riescono a regalarci buon umore, stimolando la produzione di serotonina.
La condizione di single non è poi così male
Basta con i miti televisivi e di serial come Sex and the city, la verità è differente e più banale, siamo in tanti, siamo soli e non in coppia. Secondo l’autorevole British Medical Journal, ad esempio, ben 5,6 milioni di single britannici sarebbero irrimediabilmente affetti da una sindrome comune quanto dolorosa: la solitudine (bisogna inoltre aggiungere che malgrado i benefici effetti accertati sulla salute, il matrimonio in Gran Bretagna è sempre più in declino e non accenna a diminuire. Lo scorso anno a convolare a giuste nozze e a dire si’ sono state 249.227 coppie, che di fatto risultano il numero in assoluto piu’ basso in oltre un secolo. Giusto per fare riferimento a qualche cifra: trenta anni fa la media era di 400.000 matrimoni all’anno solo in Inghilterra e Galles. Inoltre sono in aumento anche divorzi e separazioni. Nel 2002 sono stati oltre 150. 000, 4.000 in piu’ dell’anno precedente e 7.000 in piu’ rispetto al 2000).
Pensiamo alla tristezza come ad una risorsa
La tristezza fa pensare immediatamente alle stagioni. Tra tutte, assomiglia all’autunno, perché il tono dell’umore va in caduta libera, come il sole e le foglie. Ma è un’emozione decisiva perché riesce ad azzerare la nostra identità e a portare un nuovo modo di essere, se la si vive al meglio, se la si accoglie. E proprio qui sta il grande dilemma contemporaneo, perché noi ci ostinamo a combatterla a suon di domande inutili. O, addirittura, ad annullarla a colpi di estenuanti bombardamenti di psicofarmaci, che hanno un solo risultato: aprire la strada alla depressione.
Invece, dobbiamo riuscire a comprendere che l’anima è la parte più autentica e saggia di noi. Non sbaglia mai. E se fa arrivare dentro noi stessi la tristezza è per farci capire che stiamo facendo un percorso sbagliato, che il nostro essere si sta snaturando e che esistono delle alternative salvifiche ai modelli di oggi. Per questo dovremmo lasciare che il dolore si espanda. Perché, infondo, è come un parto, come la rottura delle acque che è presagio di nuova vita. Come una porta che si spalanca all’arrivo di un’energia creatrice, che ci rigenera. Come una benedizione che ci allontana dagli errori e ci regala un’altra possibilità per essere veramente noi stessi, nel mondo più vero.
Tristezza e malessere, 4 consigli per sentirsi meglio
Spesso ci troviamo ad affrontare le così dette “giornate no“, durante le quali tristezza e negatività prendono il sopravvento; talvolta il malessere non è dovuto ad un episodio in particolare ma ad una serie di cose che ci modificano la giornata. Ma è proprio necessario assecondare questo stato d’animo e lasciare che le cose cambino da sole (magari il giorno dopo) oppure possiamo fare qualcosa per sentirci meglio?
Sunday blues: quando la domenica ci rende tristi
E’ domenica, il sole sta tramontando: il weekend sta inesorabilmente finendo e non riusciamo a toglierci dalla testa che tra poche ore saremo di nuovo in ufficio. Questa sensazione ha un nome: Sunday blues. Nasce dalla consapevolezza che i giorni dedicati al divertimento sono già finiti e dall’ansia di ritornare a lavorare il giorno dopo.