I neuroscienziati dovrebbero contribuire allo sviluppo di giochi digitali con l’obiettivo di migliorare, attraverso il loro utilizzo, le funzioni cerebrali e il benessere delle persone, secondo quanto dichiarato, sulla rivista Nature, da due professori, Daphne Bavelier dell’University of Rochester e Richard J. Davidson dell’University of Wisconsin-Madison. I due professori ritengono che attraverso il lavoro dei neuroscienziati si possano ideare videogames in grado di allenare il cervello e produrre effetti positivi sul comportamento, come diminuire l’ansia, accrescere l’attenzione e migliorare l’empatia.
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Dislessia, i video games di azione migliorano la capacità di lettura
Giocare ai video games potrebbe aiutare i bambini dislessici a migliorare le loro prestazioni nella lettura secondo quanto emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista Current Biology. Il team di ricercatori che ha condotto lo studio ha elaborato un proprio modello, secondo il quale la dislessia sarebbe legata a problemi nell’attenzione visiva piuttosto che a difficoltà nelle competenze linguistiche.
Videogames, i genitori imparano ad usarli per i loro figli
Si tratta di un’iniziativa promossa dalla nota azienda produttrice di videogames e console, Nintendo. La motivazione che è alla base della promozione è quella di rendere il rapporto madre-figli più forte. Si sa, molto spesso i bambini trascorrono ore intere a giocare e ad appassionarsi a dei videogames. Questo potrebbe portare ad una “rottura” nella comunicazione e nel rapporto con i propri genitori generando distacco. Proprio per evitare questo problema la Nintendo ha promosso una serie di lezioni gratuite per le madri e i padri interessati. In questo modo potranno sapere tutto sui giochi utilizzati dai propri figli, la storia, i vantaggi e gli svantaggi del loro utilizzo, il modo migliore e più sapiente per utilizzarli.
I videogiochi come aiuto per i ragazzi
A lotta di tutto quello che è stato detto fino ad oggi, un nuovo studio fatto sulla psicologia infantile, dimostra come i videogames non siano dannosi per i ragazzi, anzi, secondo i ricercatori della Yale University, che ha condotto lo studio, sarebbero d’aiuto.
La ricerca ha passato in rassegna un campione di ragazzi tra i 14 ed i 18 anni, facendo uno studio singolarmente sugli effetti che il gioco elettronico possa avere sul ragazzo e sulla ragazza.
I videogiochi non fanno male
I videogiochi non fanno male, una parte del mondo accademico, si sta mobilitando, proprio contro questo infondata idea riguardo la nocività dei passatempi preferiti dei bambini (e non solo). Tutto questo, lo sostiene Gustavo Pietropolli Charmet ma non è solo nè il solo soprattutto.
Ma chi è Pietropolli Charmet? E’ un professore di Psicologia Dinamica all’Università Bicocca di Milano, e proprio in una recente intervista al Corriere della Sera si è battutto e molto veementemente contro i pregiudizi sui videogiochi, e s’è dimostrato molto contrariato riguardo le battaglie condotte da tutte quelle associazioni per cui la violenza nei videogiochi ‘corrompe’ le giovani menti, deviandole alla violenza o quanto meno inducendoli ad un disturbo di personalità che potrebbe sfociare in comportamenti antisociali.