Little Miss Sunshine, la vita è una commedia diversa

 Tutti facciamo finta di essere normali… è una delle battute più isolate ma che maggiormente rimbombano in Little Miss Sunshine, film del 2006 diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris. La vita come commedia allargata, un’esistenza che assume un tono tragicomico accettato con un sorriso ed una determinazione ad inseguire comunque quello in cui si crede, quello che tiene appesi alla realtà, che ci lega agli altri, quello che ci porta a tracciare un percorso nuovo, anche a rischio di perdere la solita strada, di non ritrovarsi più uguali a prima, non sentendone però affatto la mancanza.

Rischiare di perdere o rinunciare a vincere?

 Il nostro percorso è costellato di scelte, azioni che possono risultare determinanti per dare un senso alla nostra vita, imprimerle una direzione precisa, raggiungere o meno gli obiettivi, i nostri,  e non un successo qualunque ma quello capace di farci stare bene, quello che desideravamo davvero. Capita, infatti, che a volte le redini della nostra vita sfuggano ad un controllo volontario e gli eventi ci trascinino altrove, può essere anche un posto gradevole, piacevole, una posizione privilegiata ma se non è quella che volevamo noi non saremo mai soddisfatti o felici.

A volte vince chi perde

 Durante la regata Rolex Fastnet Race 2011, svoltasi un paio di settimane fa, avrete notato come i riflettori fossero puntati non tanto sul vincitore, il trimarano di Maxi Banque Populaire, quanto su chi, il team dell’Icap Leopard, sacrificando il podio, aveva scelto di aiutare dei rivali in difficoltà, i Rambler, salvandoli da un brutto incidente che gli sarebbe costato caro. In quel caso, la squadra, messasi in cammino per vincere, ha scelto volontariamente di perdere. Oppure no. Perché si è parlato soltanto di loro, la vittoria degli altri è stata messa in ombra dal coraggio, dallo spirito di solidarietà, dall’altruismo e dal sacrificio di questi ragazzi, disposti a perdere pur di combattere per altri valori, quelli che gli imponevano di dare una mano a chi è stato travolto dalle difficoltà.

Vincere la timidezza

 Vincere la timidezza o comunque renderla un tratto non limitante per la vita sociale e professionale. Spesso si cerca la soluzione senza capire a fondo il problema, un approccio che non di rado è all’origine dei fallimenti. Dove nasce la timidezza e perché in alcune situazioni riusciamo ad essere terribilmente spavaldi mentre in altre avvertiamo un profondo imbarazzo e ci sentiamo a disagio? Secondo Alex Lickerman, vice presidente degli Student Health and Counseling Services della University of Chicago, la timidezza nasce da un’eccessiva concentrazione su se stessi, nello specifico si pensa ossessivamente, si dà peso (e si teme) il giudizio degli altri.

Motivazione, come vincere una partita: l’esempio della nazionale di calcio femminile giapponese

 Motivazione: quanto conta per vincere una partita, uscendo vittoriosi da un match che ci dava scontatamente perdenti? Un esempio ci viene dalla nazionale femminile di calcio giapponese che ieri ha stracciato gli Stati Uniti, dati per favoriti, aggiudicandosi il titolo mondiale. Sian Beilock, docente di psicologia alla University of Chicago, ci illustra, andando oltre ovviamente le dinamiche di gioco, cos’altro può aver influito sul successo della squadra nipponica.

Derby, vincerlo con i neuroni specchio

 Vincere una partita cruciale come può esserlo un derby. Il Milan ce l’ha fatta. Sarà forse merito dei neuroni specchio? Chi può dirlo, eppure Claudio Mencacci, psichiatra dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, ne è convinto: immaginare le vittorie precedenti, quelle già vissute, può ben disporre il cervello verso la vittoria, addestrarlo a replicare il successo.

Chissà se vale anche nelle altre partite della vita: un esame, uno scoglio… se pensare ad una vecchia vittoria ci carica di grinta per ottenere quella successiva.

Il cervello, spiega l’esperto, non distingue tra ciò che pensa e la realtà e quindi collegare la mente al ricordo delle vittorie del passato significa anche preparare il cervello a vincere una volta di più.

Paura di parlare in pubblico? Le idee (sbagliate) che ci spaventano‏

 La paura di parlare in pubblico è molto diffusa: tuttavia dobbiamo spesso affrontarla, soprattutto per motivi di lavoro. Per vincere questa particolare forma di angoscia, dobbiamo renderci conto che buona parte delle convinzioni sull’argomento è sbagliata. Scopriamo come ripensare in modo positivo a queste situazioni, smontando 6 tra le idee più diffuse tra chi soffre di questa paura.