Coronavirus, aumentano depressione e violenza tra i giovani

La pandemia di Coronavirus non sta lasciando segni solo sul corpo delle persone: sono molte le conseguenze psicologiche che stanno colpendo in particolare i giovani e con l’ansia e lo stress sembrano essere cresciuti in maniera esponenziale episodi di depressione e violenza.

Gaslighting, violenza psicologica crudele e subdola

Il Gaslighting è una forma di violenza psicologica crudele e silenziosa. Non è fatta di urla ed attacchi plateali ma di continui silenzi in alternanza ad osservazioni degradanti della persona. E’ una forma di abuso domestico molto antica in grado di lasciare profondi segni nell’animo delle vittime.

Come uscire da una situazione di violenza protratta

Non è semplice uscire da una situazione di violenza protratta, questo vogliamo metterlo in chiaro subito. Non sempre la persona ha la spinta psicologica adatta per uscire fuori da questo tipo di situazioni: non di rado arriva a pensare di sbagliare e meritarla.

Cyber bullismo a scuola, la violenza via mail o sms

Il bullismo può assumere forme diverse, e non solo quella dell’aggressione fisica. Il fenomeno non deve sorprendere vista la deriva tecnologica che ha preso la nostra vita. La violenza “scritta” può diventare fonte di disagio psichico per chi la subisce via mail o tramite sms. A sostenerlo, è uno studio condotto su questo tema dall’Education Development Center dell’Università di Boston, pubblicato sull’American Journal of Public Health.

Mamme e figli, la violenza sulle donne influisce sul rendimento scolastico dei piccoli

Si è da poco celebrata la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Ed IoValgo ha dedicato anche un post specifico in merito. In questo giorno, il 25 novembre per la precisione, è stato presentato uno studio compiuto dai ricercatori dell’Università Roma Tre, che ha cercato di indagare il legame tra violenza sulle donne e le ripercussioni sui figli delle stesse. Quando le madri subiscono continui abusi e violenze, anche i bambini soffrono della situazione e possono riscontrare dei danni, a volte fisici ma soprattutto psicologici, per le continue violenze a cui hanno assistito. È proprio su questo che la ricerca ha cercato di dimostrare quanto forte sia il danno indiretto provocato ai piccoli e quali siano le ripercussioni su di essi soprattutto in ambito scolastico.

Oggi è la Giornata mondiale contro le violenze sulle donne

Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro le violenze sulle donne per sensibilizzare l’opinione pubblica verso un tema, purtroppo, estremamente attuale. Molti ricorderanno la ragazza stuprata circa un 1 mese fa nel sottopasso della stazione a Treviso, ma notizie come questa, sono oramai all’ordine del giorno.

Videogiochi e violenza? Forse qualche legame c’è…

 L’argomento è stato spesso al centro del dibattito, e si è tornati a parlarne sopratutto dopo le stragi avvenute a luglio in Norvegia, dal m0mento che il killer, Andres Breiving Breivik, aveva detto di essere un appassionato di videogiochi, e questi erano stati così additati come possibili cause scatenanti di simili esplosioni di follia e violenza efferata. In realtà, per fortuna, la stragrande maggioranza degli amanti di tali videogiochi, è persino superfluo ribadirlo, ha ben poco a che vedere con eventi sanguinosi o violenti.
Un recente studio condotto dall’Università di Bonn, in Germania, sembra però riavvalorare la tesi per la quale vi sarebbe un legame tra i videogames, specie quelli più violenti, e, appunto, la violenza. In particolare, chi trascorre molto tempo in questo modo svilupperebbe modi diversi di reagire a stimoli emotivi anche negativi, quasi come si scambiasse la realtà per la semplice finzione del gioco.

L’ira dipende dal cibo

 

Quante volte diamo la colpa allo stress e agli impegni della vita quotidiana se ci siamo comportati in modo violento, abbiamo risposto male alla nostra compagna o abbiamo litigato con il collega che oggi ci irritava proprio? Sicuramente tantissime volte. E allora pensiamo di fare una bella vacanza o di prenderci una tisana per rilassarci. Ma se fosse il cibo a condizionare il nostro comportamento e il nostro stato emotivo? Ciò che mangiamo può farci essere calmi o irascibili?

Fratelli maneschi, bullismo in casa

Oggi parliamo di uno studio recente condotto dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Warwick e pubblicato sul The Guardian.
Secondo questa ricerca, ben il 50% dei bambini analizzati nella sola Gran Bretagna ha subito del bullismo in casa propria.

Effetti dei videogiochi su bambini e adolescenti: buoni o cattivi o buoni e cattivi?

 Gli effetti dei videogiochi sulla psiche, sul comportamento, sulla personalità e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti spesso vengono bollati e liquidati in maniera troppo semplicistica come buoni o cattivi. Il dottor Douglas Gentile, psicologo alla Iowa State University, reputa fondamentale superare questa dicotomia per distinguere e valutare i molteplici fattori e i diversi influssi percepiti dall’utente, senza demonizzare o al contrario osannare le proprietà educative piuttosto che diseducative dei videogames.

L’offerta videoludica è infatti oggi talmente vasta da non poter essere marchiata di una singola etichetta dagli educatori: positiva o negativa. Tra il bianco e il nero c’è un ampio spettro di grigio che corrisponde ai molteplici effetti dei videogiochi su bambini e adolescenti. Così l’esperto in uno studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Child Development Perspective.

Emarginazione lascia cicatrici indelebili e genera violenza

 Emarginazione dal gruppo, esclusione dalla vita sociale, episodi di intolleranza: quanto fanno male in chi li vive? Spesso lasciano cicatrici indelebili, un dolore sordo nell’anima che è più vivido di un trauma fisico. Ne parla il dottor Kipling D. Williams, docente di scienze psicologiche alla Purdue University:

Essere esclusi rientra in una forma invisibile di bullismo che non lascia lividi, e quindi spesso se ne sottovaluta l’impatto.

Violenza genera violenza

Sembra un detto, una frase fatta, ma non è così. E’ la semplice realtà dei fatti, portata a termine dopo una ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Deusto, in Spagna. La stessa è stata poi pubblicata sul Social Psychological and Personality Science.

Il tema principale dello studio che ha coinvolto ben 800 bambini di età compresa tra gli 8 ed i 12 anni, ha dimostrato come chi aveva assistito, oppure era stato vittima di comportamenti violenti e brutali, avesse una visione “normale” della violenza.

Che senso ha uccidere la persona che si ama?

Siamo tutti sconvolti di fronte a tanti drammatici fatti di cronaca. Ma non solo di questi ultimi giorni. Ciò che si sta verificando, purtroppo è la continuazione di una serie di omicidi che da anni, in maniera più o meno conosciuta, vengono a ripetersi inaspettatamente dentro le mura di casa nostra.

La quiete dei nostri borghi si trasforma all’improvviso. Siamo invasi da giornalisti, telecamere, la tranquillità e la buona fama del paese distrutta, i fatti personali spesso stravolti, se non addirittura inventati di sana pianta per la fantasia pruriginosa che tutto vuole sapere. E’ così, volti di persone sconosciuti entrano nella cronaca nera, nei tg, persino nei dibattiti televisivi. Ci si scontra, insomma, con fatti che neppure lontanamente pensavamo potessero accadere, soprattutto, si tocca con mano il volto tragico della violenza. E’ un’ulteriore fenomeno del grande cambiamento culturale a cui siamo soggetti e che nel futuro evidenzierà ulteriori trasformazioni.

Tali episodi lasciano sgomente le coscienze, pongono interrogativi, vuoti ed e urgenze da colmare. Si sta venendo a modificare il concetto stesso di vita umana e si perde il senso di inviolabilità che abbiamo avuto per secoli, come patrimonio fondamentale di cultura che nel tempo ha generato profondo rispetto. La preoccupazione nasce dal fatto che si commettono questi omicidi in nome dell’amore, non è così, non è amore e non si può credere a questa giustificazione.