La scomparsa di Steve Jobs ha privato il mondo del messaggero, non del messaggio di una vita che oggi più che mai continua ad ispirare migliaia di persone in tutto il mondo che in quell’invito a credere in se stessi ed a sognare del fondatore della Apple vede finalmente una via d’uscita dai tanti richiami al conformismo che ci circondano nella voce dei mediocri, di chi si adatta, di chi cambia per non morire, per essere amato e non si accorge che rinnegando se stesso e le sue passioni è già morto nel profondo.
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Gli uomini sono tutti uguali, le donne sono tutte strane e… la vita non è una favola
Vi sarà capitato sicuramente di sentir pronunciare da una vostra amica o di pronunciare voi stesse la frase: “Gli uomini sono tutti uguali”, a seguito di un tradimento, di una lite, di una delusione cocente. Oppure sentir dire che le donne, al contrario, sono tutte strane, incomprensibili ed indecifrabili nei comportamenti e negli atteggiamenti. Stereotipi e luoghi comuni che nascono da concezioni e visioni standard e rigide degli altri che ubbidiscono a logiche tanto datate quanto controproducenti.
Little Miss Sunshine, la vita è una commedia diversa
Tutti facciamo finta di essere normali… è una delle battute più isolate ma che maggiormente rimbombano in Little Miss Sunshine, film del 2006 diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris. La vita come commedia allargata, un’esistenza che assume un tono tragicomico accettato con un sorriso ed una determinazione ad inseguire comunque quello in cui si crede, quello che tiene appesi alla realtà, che ci lega agli altri, quello che ci porta a tracciare un percorso nuovo, anche a rischio di perdere la solita strada, di non ritrovarsi più uguali a prima, non sentendone però affatto la mancanza.
Una vita più leggera, come liberarsi dal peso delle difficoltà in poche mosse
Può capitare, nel corso della nostra esistenza, di sentire un peso schiacciante addosso, che si tratti di responsabilità maggiori, di problemi a lavoro, con i figli o nella vita di coppia, piuttosto che di disturbi di salute, alterazioni dell’umore che ci rendono scontrosi ed irritabili con gli altri, o ancora di un’angoscia che ci appesantisce la vita dovuta all’incertezza del futuro, alle nostre paure. Tutti, chi più chi meno, fattori che hanno la funzione di piccole ma pesanti zavorre che rendono difficile, lento e faticoso il nostro cammino di tutti i giorni, ostacolano i nostri progetti, ci tolgono il respiro ed il sorriso. Come possiamo rendere la nostra vita più leggera anche quando ci sono problemi che ci tormentano?
Coraggio e paura, gemelli diversi
Coraggio, un fattore indispensabile per affrontare le difficoltà della vita ma anche per lanciarsi in nuove sfide positive che portano a raggiungere l’equilibrio psicofisico, il successo professionale, relazioni soddisfacenti, in breve il cammino verso la serenità, ancora più importante, forse, della felicità stessa. Questo perché essere sereni, tranquilli, calmi anche quando il vento soffia contrario nella nostra esistenza è un requisito più duraturo, su cui si può contare sempre, indispensabile per vivere bene, mentre la felicità è passeggera, travolgente e iniziamo a perderla nel momento stesso in cui ci illudiamo di poterla trattenere per sempre, di poter vivere sempre al sole.
Prendere la decisione giusta
Cadiamo tutti nella tentazione, prima o poi, di dare per scontato, davanti ad una scelta importante, ad un bivio del nostro percorso, che una delle opzioni sia quella giusta. Lo facciamo quando chiediamo un consiglio agli altri per conoscere non solo la loro opinione a riguardo, ma per stilare una sorta di classifica di quante persone considerano la nostra decisione quella meno rischiosa piuttosto che la più sensata o comunque, a maggioranza, quella ovvia. Ma esistono decisioni giuste?
Dipendenze e fiducia in se stessi, la forza di smettere
Dipendenze: che si tratti di vizi insani come il fumo, l’eccesso di alcolici, di caffeina, l’uso di droghe, il cibo spazzatura, piuttosto che di dipendenze emotive ed affettive o ancora di dipendenze intese come incapacità di liberarsi dalla morsa delle cattive abitudini, liberarsene diventa spesso prioritario non solo per stare meglio, e parliamo di salute fisica, ma anche per recuperare autostima, fiducia in noi stessi, nella nostra forza.
Felicità, la piramide dei bisogni di Maslow
Felicità è soddisfare i bisogni primari che trovano posto nella lista delle nostre priorità. Una piramide messa a punto nel 1945 dallo psicologo americano Abraham Maslow ha classificato queste esigenze vitali per il benessere psicologico dal grado più basso e su, in ordine di crescente importanza e peso, fino alla cima. Il concetto è che per arrivare in alto dove svetta la felicità bisogna prima soddisfare i bisogni più elementari alla base. In basso troviamo dunque le necessità più semplici: cibo, sonno, sesso.
Come affrontare i cambiamenti restando ottimisti
Focalizzarsi sugli aspetti positivi della vita piuttosto che fossilizzarsi sempre e soltanto sui lati negativi. Una ricetta con pochi ingredienti all’apparenza, quella del vivere sereni, ma che in realtà è più facile a dirsi che a farsi.
Di come affrontare con ottimismo i cambiamenti e le sfide cui ci sottopone continuamente la vita parla Karen Hilsberg, del Los Angeles County Department of Mental Health in California negli Stati Uniti, sulle pagine della rivista Mindfulness.
Apprezzare il lato positivo della vita, vedere il bicchiere mezzo pieno aiuta le persone a superare e a vivere le difficoltà in modo più indolore. E forse è questa la formula invidiabile che permette a pochi eletti di mantenere la calma ed il sorriso anche nei momenti più difficili.
Le quattro posizioni di vita
Cos’è la posizione di vita? Lo spiega sapientemente Rika Zarai in Libera le tue emozioni. E’ il modo in cui affrontiamo le persone, gli avvenimenti, la nostra presentazione di fronte agli altri, il nostro schema abituale di rapportarci al mondo. La Zarai propone un piccolo esercizio per riuscire ad identificare la nostra posizione di vita ovvero pensare alla nostra reazione nel caso di un affronto, anche solo verbale. Come reagiamo?
- Ci domandiamo come mai il nostro interlocutore ci stia aggredendo.
- Rispondiamo aggredendolo a nostra volta.
- Stiamo male, giriamo a vuoto e continuiamo a ripensarci.
- Non reagiamo perché non ne vale la pena.
Non c’è memoria senza tenerezza
Bisognerebbe parlare, più spesso e con emozione, di un sentimento: la tenerezza. La tenerezza è alla radice di ogni delicatezza, amicizia, forma d’amore, impresa. Di ogni rivoluzione del cuore. “Bisogna essere duri” scriveva Ernesto Che Guevara “senza perdere la tenerezza“. Così i bambini sono teneri per loro stessa essenza e lo sono anche quegli adulti, maturi utopisti che, come Oscar Wilde, dichiarano: “Una mappa del mondo che non preveda il Paese dell’utopia non merita neppure uno sguardo“. Infine, non c’è “colore del grano“, per dirla con Saint Exupéry ovvero non c’è memoria senza tenerezza. Non c’è, comunque ricordo d’infanzia, d’adolescenza, di giovinezza o di un passaggio importante della nostra vita che, rivisitato per conoscere meglio noi stessi, per indagare le nostre eperienze e i vissuti delle nostre relazioni con gli altri (da quelli più intimi a quelli che, pure, ci hanno fatto soffrire), non contempli, al fondo, una certa, dovuta, inevitabile tenerezza. Verso noi stessi, verso quelli che abbiamo amato o che, in qualche modo, anche dolorosamente, ci hanno coinvolto.
Così, proviamo tenerezza verso quello che, magari, poteva essere e non è stato (e, allora, la tenerezza si fa nostalgia). O, meglio e ancora, il sentimento della tenerezza ci coglie verso ciò che è accaduto, siamo stati o di come siamo, ineluttabilmente, ormai diventati. Teneri noi! Allo stesso modo, teneri sono tanti ricordi al pensiero dei quali non rinunciamo mai; teneri gli appunti che conserviamo; le lettere inviate e ricevute; i nostri disegni e quelli dei nostri figli; tenere le musiche che riascoltiamo; teneri i vecchi peluche che non abbiamo mai gettato via e i vestiti fuori moda che conserviamo perennemente appesi negli armadi.
Siate felici e vivrete più a lungo
La gioia di vivere cos’è? Potremmo darne sinceramente una definizione che non sia da dizionario? La letteratura, la filosofia e in tempi più recenti la psicologia clinica, hanno indagato l’animo umano quasi esclusivamente per le sue interazioni con il dolore e come questa condizione influisca nelle scelte e nelle percezioni.
Negli ultimi anni però una branca della psicologia s’è posta l’obiettivo di studiare, comprendere ed analizzare il benessere psicologico e ciò che lo determina.
Inutile sottolineare (ma con un po’ di buon senso lo riconosciamo tutti) che la “contentezza di sé” non è certo determinata dall’agiatezza economica e da una particolare e brillante carriera.
La marginalità di questi aspetti ne escono rinforzati dalle ricerche che Martin Seligman, docente di psicologia dell’Università della Pennsylvania ha condotto. Vi sono persone contente anche tra i poverissimi del mondo e la felicità paradossalmente non “si lascia condizionare” dall’essere in salute, dall’età o dalla piacevolezza fisica né dalla cultura.
Come vivi online?
Qual è il nostro rapporto con il mondo virtuale? Passiamo sempre più ore davanti al pc e le nostre relazioni sociali sono sempre più legate a Internet. Tuttavia, ci siamo mai chiesti a partecipare ad un social network come Facebook oppure perché a volte non riusciamo proprio a staccarci dal Web, come se fosse una dipendenza?
Semplifica la tua vita online!
Navigare su Internet è parte integrante della nostra vita. Ormai siamo abituati ad essere always on, ovvero sempre connessi alla Rete, per poter lavorare, consultare la posta, chattare con gli amici, trovare i cinema più vicini e magari fare shopping online.
Tuttavia molto spesso la nostra vita virtuale diventa davvero caotica, rischiando di creare cattive abitudini e facendoci perdere molto tempo. Scopriamo quindi qualche utile consiglio per semplificare il nostro rapporto con il Web.