Parliamo oggi di una teoria analizzata in un testo del sessuologo degli Stati Uniti d’America, David Shnarh. Quest’ultimo, nel suo libro “Intimità e desiderio”, recensito di recente anche dal “Die Welt”, ha dichiarato come avere un rapporto sessuale con una persona cara, influirebbe sulla struttura del cervello in modo tale da influire la persistenza del desiderio sessuale di un periodo più o meno lungo e con intensità diversa.
Secondo quanto dichiarato dall’esperto, il sesso tra due innamorati aumenterebbe la sensibilità in un fenomeno che si chiama “Incontro senso motorio”. Le dichiarazioni sono state:
“In questi momenti le relazioni in generale diventano più stabili, l’attrazione per una persona cara è più forte”.
Oltre a questo, gli scienziati che hanno appoggiato il dottor Shnarh nella ricerca, hanno parlato di neuroplasticità del cervello, ovvero una proprietà del nostro cervello che permette di influenzare l’intensità delle nostre emozioni a seconda dell’esperienza che stiamo vivendo, ma soprattutto a seconda del “con chi” la stiamo vivendo. Il cervello quindi sfruttato anche per adattarsi a ricostruire tutte le sue strutture che interagiscono con gli altri organismi. Secondo Shnarh, questo avviene anche se i due partner mantengono un contatto visivo durante il rapporto. Di conseguenza, la luce spenta non è vero che aumenti l’eccitazione e l’emozione.
Continua un altro esperto dottore come il neuro scienziato Munich Ernst Peppel dicendo:
“Il contatto sessuale dovrebbe essere un atto di cooperazione e non un modo per soddisfare il desiderio attraverso il corpo di un’altra persona”.
Il contatto visivo quindi è importantissimo per due persone che si amano, e questo nel rapporto sessuale è ancora più intenso. Il lavoro fu già analizzato nel lontano 2001 dal neuro scienziato Knut Kampe sulla rivista “Nature” ed in questo studio si narrava del perché il piacere è più intenso se durante l’orgasmo si guarda negli occhi il proprio partner…soprattutto se lo si ama.