Andare più lenti per vivere meglio: un consiglio che bisognerebbe seguire alla lettera quando ci si sente oppressi da mille impegni e non si ha nemmeno il tempo di respirare. Per evitare di soccombere al peso dello stress quotidiano bastano anche solo 5 minuti, in grado di far ricaricare le batterie.
Precarietà e incertezza sono i sentimenti che più si provano quando si è sopraffatti dalla realtà: se non si vuole perdere il focus e la presa sulla propria vita è necessario fermarsi e rallentare. Soprattutto se si vuole rimanere produttivi sul lungo termine sia a livello personale che in contesto lavorativo. Ecco cosa spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia:
Trovare un momento da vivere con lentezza, è fondamentale per orientarsi verso gli obiettivi della giornata e capire quali azioni intraprendere in futuro. Mediante la lentezza possiamo esplorare quello che ci succede qui e ora, incentivando il cervello a capire cosa sta accadendo, a focalizzare le forze con maggiore efficacia e a costruire piani di azione logici che portino soluzioni concrete. Sono solo 5 minuti di lentezza, ma sono decisivi per il resto della giornata.
Quando si va troppo veloci si impiega meno tempo per raggiungere un risultato ma non sempre si è soddisfatti completamente, soprattutto perché la mancanza di ragionamento alla base non consente di sistemare quelle che possono essere le pecche dei processi con i quali si raggiungono gli obiettivi. Continua la dottoressa:
E’ anche vero che agire improvvisamente a volte è inevitabile, ma per farlo nel modo corretto è necessaria una preparazione specifica che avviene sempre a velocità ridotta, calibrando i tempi rispetto a quanto è possibile nel momento. E’ proprio il cervello ad aver bisogno di questi momenti, per riconnettersi e focalizzare i target del futuro prossimo. Nel fare questo ci sono attitudini differenti; le donne hanno spesso un’attitudine naturale, grazie alle proprie doti emotive; l’uomo invece si comporta in maniera a volte differenti, dato che gli ormoni che interferiscono coi segnali di paura prodotti dal cervello li portano a essere più impulsivi ed interventisti nell’immediato.