Ansia da primo passo, quell’esitazione mista a timore che impedisce di avvicinarsi ad una persona sconosciuta o che si conosce solo di vista anche quando attrae ed è forte il desiderio di arrivare ad un approccio. Se si soffre di sociofobia c’è bisogno di un aiuto specializzato per trovare una soluzione, ma se il problema si manifesta solo in presenza di qualcuno che suscita un certo interesse non c’è da preoccuparsi perché è una situazione abbastanza comune.
Certo, è del tutto normale, non si è malati o strani ma resta il fatto che in questo modo, a livello sentimentale, ci si preclude la possibilità di conoscere meglio persone interessanti ed affascinanti, frenati dal timore di sbagliare, di non dire la cosa giusta, di non piacere e si punta invece su persone che non attraggono granché ma che mettono meno in soggezione. Come aggirare l’ansia da primo passo?
Wayne Elise, autore del best-seller How to Meet and Connect with Women, consiglia di non fare assolutamente niente per superare l’ansia. Niente alcol per sciogliere la tensione prima di lanciarsi, niente corsi magici in dodici lezioni per imparare a conquistare una donna piuttosto che un uomo. Il vero problema, per Elise, non è l’ansia del primo approccio, è la mancanza di azione.
Proprio così, invece di focalizzarsi sulla propria paura, sulle sensazioni che attanagliano ed impediscono di agire, occorre lanciarsi, sempre, anche a costo di fare una brutta figura, di essere rifiutati, di balbettare, mostrarsi nervosi, emozionati. Sono soltanto emozioni, sensazioni che ci rendono umani agli occhi degli altri e che probabilmente sono condivise anche dalla persona che stiamo avvicinando.
Anche le persone più sicure di sé, infatti, sperimentano una sorta di imbarazzo, più o meno velato, al primo approccio con un estraneo. Quello che le rende diverse da personalità più ansiose ed insicure è che non se ne preoccupano affatto. Non gli importa di rischiare di fare una brutta figura o di sbagliare, non danno peso a questi timori e dunque non permettono che la paura prenda il sopravvento spingendo all’inazione. Minimizzare aiuta sempre. Cosa può mai succedere di così grave in fondo? Quello che perderemmo dal non provarci nemmeno è certamente superiore ad una brutta figura o a fare la parte degli impacciati.