Timidezza e ansia sociale, spesso si fa confusione nell’utilizzare questi due termini, dal momento che chi ne fa uso non sempre conosce il confine che passa tra un semplice imbarazzo ed un disturbo che invece può compromettere in maniera significativa il funzionamento della persona in diversi ambiti, come quello relazionale e lavorativo. Le persone con tale disturbo, infatti, a cause delle loro paure possono rimanere single a lungo, disoccupati o comunque hanno una maggiore probabilità rispetto ai colleghi di perdere diverse giornate di lavoro all’anno.Kristy L. Dalrymple, una ricercatrice del dipartimento di psichiatria al Rhode Island Hospital, in un articolo pubblicato su Expert Review of Neurotherapeutics, ha messo in chiaro le differenze tra i due termini e passato in rassegna le diverse possibilità e gli approcci nel trattamento del disturbo d’ansia sociale (SAD). La ricercatrice ha dichiarato:
“Ci sono molte opinioni diverse sul disturbo d’ansia sociale e il miglior trattamento. Dovrebbe essere trattato con farmaci, terapia comportamentale o entrambi? Il significativo aumento nella prescrizione di farmaci antidepressivi (che spesso sono usati per trattare il SAD) nel corso degli ultimi anni – un incremento del 400 per cento – dovrebbe essere considerato nella determinazione del approccio migliore. Stiamo semplicemente medicando o stiamo aiutando i pazienti a migliorare veramente la qualità della loro vita?”
Le persone che soffrono di disturbo d’ansia sociale hanno paura di subire umiliazioni nelle situazioni sociali e perciò tendono ad evitare queste occasioni o le gestiscono in maniera poco efficace, sperimentando una notevole quota di stress. Negli Stati Uniti questo disturbo è molto diffuso, a tal punto che, sul totale delle richieste di trattamento per disturbi mentali, il 30% di queste sono avanzate da persone che soffrono di SAD. Di solito tale disturbo è correlato ad altre condizioni psichiatriche come disordini legati sempre all’ansia e abuso di sostanze. Ancora poco si sa sulle cause effettive che determinano tale disagio che spesso è difficile da diagnosticare per la riluttanza dei pazienti ad ammettere le loro sofferenze e paure.
“Nonostante la sua prevalenza, il disturbo d’ansia sociale non ha ricevuto la stessa attenzione da parte dei media come per altri disturbi, ad esempio il disturbo ossessivo compulsivo“, ha detto la Dalrymple. “Grazie al suo impatto sociale ed economico merita ulteriori studi al fine di aiutare i ricercatori e clinici a determinare le possibili cause e il miglior trattamento. Non si tratta di superare la timidezza. Si tratta di aiutare i nostri pazienti che soffrono di un disturbo che impedisce loro di vivere una vita sana e felice.”
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