Precisione, cura del dettaglio, innovazione, visione globale: il perfezionismo è tutto questo e molto altro ancora. Desiderare che ogni cosa sia fatta per il meglio non è un difetto, anzi, è una qualità che ci fa molto onore e può portarci al successo. Tuttavia, può capitare che il perfezionismo diventi quasi un’ossessione: in questo caso, non si tratta più di una virtù, ma di un’ingombrante zavorra che può rallentare il nostro percorso verso il miglioramento personale.
A volte ci convinciamo che tutto debba andare per forza per il meglio. Non sempre però la realtà può venire incontro alle nostre aspirazioni e questo può generare, ansia, depressione, frustrazione e disillusione. In questo modo rischiamo di demotivarci eccessivamente: stiamo molto attenti. A volte la mania del perfezionismo nasconde un atteggiamento ossessivo-compulsivo che dobbiamo saper riconoscere, altrimenti rischiamo di trasformare la nostra vita in uno schema rigido di regole e di traguardi che non riusciremo mai a raggiungere.
Il perfezionismo disperde le nostre energie: se tutto dev’essere perfetto, perdiamo il focus sulle nostre priorità, un errore che può causarci diversi problemi. In alcune occasioni, possiamo accontentarci di un lavoro buono, piuttosto che eccellente. Ad esempio, sul posto di lavoro possiamo utilizzare questa strategia per compiti di minore importanza, di fronte ad attività di peso ben maggiore. Questo non significa essere pressappochisti: è semplicemente una diversa allocazione delle nostre energie e del nostro tempo. Fissare delle scadenze o una lista di priorità può aiutarci a razionalizzare meglio questo aspetto, se l’idea di fare un lavoro meno curato del solito ci crea disagio.
Dobbiamo capire che a volte il nostro perfezionismo ferisce o urta le persone intorno a noi: potrebbe ad esempio esasperare i colleghi, che potrebbero facilmente interpretarlo come segno di competizione professionale.
Nessuno è perfetto, un errore può capitare in qualunque situazione. Se questo succede, non prendiamocela eccessivamente. E’ impossibile non sbagliare mai. Chiediamoci piuttosto perché l’idea di fallimento ci terrorizza così tanto.
Foto: Jack Vettriano, In thoughts of you
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