Spesso, nelle coppie, tra amici, a lavoro, e persino in banali discussioni in fila alla cassa perdiamo più tempo a capire chi ha ragione che a facilitare una soluzione pacifica del diverbio, perdendo di vista l’obiettivo primario della comunicazione che è quello di capirsi o comunque di ottenere qualcosa di ben più concreto di un riconoscimento privo di valore effettivo. Cercare di predominare sulla posizione assunta dagli altri aiuta invece a creare ulteriori malintesi. Istintivamente, infatti, chi viene attaccato si pone sulla difensiva e sciorina le sue di ragioni, il che ancora una volta allontana dalla soluzione e persino dal motivo per cui era iniziata la discussione.
L’esempio della fila è calzante: mentre si discute con una persona che ci è passata davanti, probabilmente per risparmiare tempo, e a nostra volta reclamiamo il nostro posto perché non vogliamo perdere tempo, quello che stiamo facendo, in realtà, è proprio perdere tempo, il nostro, quello dell’altro, quello della terza persona che sta in fila dopo i due litiganti, quello della commessa che si ritrova a non sapere quali articoli deve passare e suo malgrado deve indugiare.
Tutto per cosa? Per avere ragione. In realtà non ci serviva affatto avere ragione, ci serviva risparmiare tempo, dunque la cosa più ragionevole da fare, in questi casi, è far notare a chi ci ha mancato di rispetto che non era il suo turno e lasciar correre dicendo che ormai può passare e che non importa, cosa che tra l’altro ci guadagnerà le simpatie come esempio di tolleranza anche di chi sta in fila dopo di noi e della povera commessa.
Questo è solo un esempio banale, legato alla vita di tutti i giorni, ma lo stesso concetto vale per le liti di coppia. Non perdere di vista lo scopo di una discussione. Se era trovare un compromesso su una meta per le vacanze, è al compromesso che bisogna puntare, senza ostinarsi a rimanere fermi sulle proprie posizioni, altrimenti il rischio è che non si parta proprio per le vacanze e si resti a villeggiare con la propria assurda inutile ragione ed un altrettanto sterile orgoglio.