I traslochi sono una fonte di stress per i bambini, e non solo per gli adulti. Cambiare casa durante l’infanzia non è un’esperienza sempre positiva, anzi, rischia di sviluppare cattive condizioni di salute durante l’adolescenza e di conseguenza, in età adulta. A sostenerlo, è una ricerca pubblicata sul Journal of Epidemiology e Community Health.
Lo studio rientra in un programma di monitoraggio (West of Scotland Twenty-O7 Study), costituito nel 1987, promosso dalla Social and Public Health Sciences Unit di Glasgow in Scozia al fine di studiare i processi sociali che producono o mantengono le differenze nella salute della popolazione nel corso del tempo.
I ricercatori hanno valutato lo stato di benessere generale di 850 persone per un periodo di 20 anni, facendo leva sul cosiddetto parametro di “mobilità residenziale” e sui codici postali. L’analisi, inoltre, ha incluso fattori quali peso, funzione polmonare, pressione sanguigna, salute psicologica e comportamenti non salutari, come il fumo, il’alcol e la droga.
E’ emerso che 1 persona su 5 tra i partecipanti allo studio aveva vissuto allo stesso indirizzo per tutta l’infanzia, 6 su 10 pari al 59% si erano trasferiti una o 2 volte e un ulteriore 21% si era mosso almeno tre volte.
La ricerca ha concluso che frequenti spostamenti di casa durante l’infanzia sono stati associati a un aumentato rischio di peggiori condizioni di salute generale, stress psicologico e tendenza a bere e fumare durante l’adolescenza e l’età adulta. Non sono stati riscontrati invece maggiori rischi di uso di stupefacenti.
Effettivamente, i traslochi sono particolarmente pesanti da affrontare e non soltanto dal punto di vista fisico. Se questo è vero per gli adulti, figurarsi per i bambini, che si legano maggiormente ai luoghi in cui crescono, soprattutto alla casa, che rappresenta un rifugio, il posto in cui ci si sente al sicuro. Cambiare casa, dunque, può rappresentare non solo una fonte di stress, ma quasi un trauma.