Ogni bambino ha un carattere diverso dall’altro, ma può capitare che spesso ci siano dei tratti corrispondenti tra gli uni e gli altri, che sono identificabili come modi di agire, o che vengono definiti proprio come modi di essere.
Oggi andiamo a parlare dei bambini che “soffrono” di mancanza di affermazione della propria volontà. Il dubbio è che questi ultimi siano spesso arrendevoli e rinunciatari, o ancora…troppo educati.
Quando il piccolo obbedisce subito, infatti, si cela dietro quel gesto una sorta di debolezza caratteriale che altro non è che la mancanza di fiducia in se stessi. Ovviamente a curare questo tipo di atteggiamento possono essere i genitori, che però, come sempre hanno un ruolo difficilissimo, anche perché con una eccessiva accondiscendenza possono solo peggiorare la situazione. Ma andiamo per gradi.
Un atteggiamento come quello descritto sopra, parte dall’indole del soggetto e di conseguenza è modificabile solo in parte, se mediato attraverso l’educazione del bambino. I piccoli che hanno un carattere molto mite, sono timidi e fragili, si rendono conto dopo poco di non avere doti per comandare, ma per andare d’accordo con tutti e per non rimanere soli, preferiscono di vivere con accondiscendenza. La causa è l’educazione severa. Il fatto che gli ordini non vengono discussi in casa, o che il piccolo viene talmente intimidito che non ha il coraggio di ribellarsi.
I genitori, quindi, come principale causa dei caratteri deboli dei fanciulli. Se il piccolo dice sempre di si per fare contenti gli altri, sarà impedito nel futuro di scegliere cosa fare in maniera autonoma. Attraverso la ribellione, invece, potrebbe curare questo “problema”.
Per insegnare a dire di no al bambino, risulta essere importante da genitore, farsi raccontare cosa fa nel tempo libero ed avere con lui un dialogo che non sia un interrogatorio. Così facendo, si potranno accorgere certi piccoli particolari che fanno capire quanto il bambino può imparare a dire di no e quando è troppo accondiscendente.