Canta che ti passa, questo è un detto popolare di cui solo in tempi recenti, si sono scoperte le fondamenta scientifiche per approvarlo.
Cantare, infatti, sarebbe un nuovo input di salute per chi soffre d’asma e soprattutto per chi ha la necessità di aumentare i propri sbocchi sociali. La parola è passata ora alla scienza.
Imitatori, cantanti e cantanti in erba da sotto la doccia, oppure da auto a squarciagola, sono coloro che hanno fatto da sperimentatori per queste teorie ipotizzate e confermate. Ma vediamo in dettaglio i benefici di chi canta e per chi canta. Il primo punto è legato all’invecchiamento.
Secondo quanto diffuso dallo studio “Creativity and Aging”, condotto dai ricercatori della George Washington University, gli anziani che hanno cantato in gioventù, hanno una salute migliore.
Stesso input per il rapporto dell’individuo con il Morbo di Alzheimer. Gli studiosi della Alzheimer’s Society, hanno infatti scoperto come il canto sia una utilità importante per chi soffre di questa patologia per rafforzare la propria autostima, oltre che alleviale la solitudine. Oltre questo è interessante ricordare come già altri studiosi raccontano l’importanza del canto per chi ha vuoti di memoria.
Il terzo punto è legato all’intelligenza. Qui, Walter Freeman, neurobiologo dell’Università di Berkeley insorge dichiarando che canto e danza hanno aiutato dalla storia il cervello umano ad evolversi.
Esaminiamo poi il quarto punto, come aspetto sociale. A partire dalla Chorus America, una organizzazione corale americana, viene fuori che chi fa parte delle associazioni corali, si senta più sicuro in società. Il dato particolare di questo studio è rivolto al fatto che chi invece lavora nel mondo dello spettacolo non è così sicuro. Ultimo punto ma non per importanza è il rapporto tra canto ed asma, ovvero, gli individui che soffrono di bronchite ed asma, con il canto allenano il proprio diaframma a respirare meglio.