La cardiofobia è una fobia molto specifica: la paura del cuore, dell’insorgenza di malattie cardiache, di essere colpiti da infarto. Paura che può tradursi nella convinzione di aver avvertito i sintomi di un attacco di cuore piuttosto che di una patologia cardiaca e in visite frequenti dal cardiologo, effettuando esami non necessari cui ci si sottopone al solo scopo di tranquillizzarsi.
I sintomi variano da persona a persona, sulla base del livello di paura differente, più o meno forte, e possono includere una sensazione di panico, terrore, battito cardiaco accelerato, respiro affannoso, tremori, ansia.
E ancora sudorazione, sudorazione eccessiva, nausea, gola secca, incapacità di articolare parole o frasi, stato di agitazione.
Come per tutte le fobie, la causa scatenante può essere rintracciata in un trauma, una combinazione di eventi esterni, o in una predisposizione alla paura.
Molte fobie, tra quelle così specifiche, risalgono ad un episodio traumatico vissuto in passato altrettanto specifico, specie se l’esperienza è avvenuta nei primi anni di vita.
Sempre riguardo all’origine delle paure, gli esperti ritengono che a giocare un ruolo sia più di un fattore determinante: dall’ereditarietà alla genetica alla chimica del cervello che si combinano con episodi di vita vissuta svolgendo un ruolo importante nello sviluppo delle fobie.
La cardiofobia non si vince con i farmaci. Come per le altre fobie, la terapia farmacologica può intervenire sui sintomi, sugli attacchi di panico e sull’ansia, per porre un freno a quelle che sono le conseguenze della paura irrazionale sul fisico e sulla psiche. Ma i farmaci non curano le fobie, nel migliore dei casi ne sopprimono temporaneamente gli effetti.
Si può però ricorrere a trattamenti specialistici per risalire all’eventuale trauma scatenante e per sconfiggere e imparare a gestire la paura irrazionale del cuore e delle malattie cardiache. In questo ambito si spazia dalla psicoterapia all’ipnoterapia alla programmazione neurolinguistica.
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