Il cervello degli anziani non è più “lento” rispetto ai giovani

di Luca Fiorucci 0

Si tende, generalmente, a ritenere che nelle persone anziane il cervello tenda a lavorare più lentamente, ma una nuova ricerca svolta dall’Ohio State University dimostrerebbe che, invece, ciò non sarebbe vero, e che gli anziani avrebbero tempi di risposta simili a quelli dei giovani, ma, semplicemente, dovendo risolvere ad esempio un quiz, cercherebbero di rispondere in maniera precisa, anche a costo di impiegarvi più tempo. Il professor Roger Ratcliff, coautore dello studio, ha spiegato: “Molte persone ritengono che sia normale che il cervello delle persone anziane rallenti con l‘invecchiamento, ma noi abbiamo scoperto che non è sempre vero. Almeno in alcune situazioni, persone di 70 anni possono avere tempi di risposta simili a quelli di persone di 25 anni”.

Secondo la professoressa Gail Mc Koon, co-autrice dello studio, la scoperta più importante è che gli anziani non hanno necessariamente processi mentali più lenti rispetto ai giovani, ma semplicemente impiegano più tempo a rispondere per cercare di essere più precisi: “Le persone più anziane non vogliono fare nessun errore, e questo le fa essere più lente” ha spiegato.
Il professor Ratcliff e i suoi colleghi hanno studiato per circa un decennio i processi cognitivi e l’invecchiamento, e recentemente hanno esteso il loro campo d’indagine ai bambini. Così, hanno effettuato diversi esperimenti simili con bambini, con adulti giovani e con anziani. Comparando le varie fascie d’età, è risultato che i bambini più piccoli avevano tempi di risposta più lunghi e rispondevano meno accuratamente, ma poi miglioravano al crescere dell’età. Le persone anziane, invece, rispondevano solo poco più lentamente rispetto ai giovani adulti, e, quando, in uno di questi esperimenti, i ricercatori spronavano gli anziani ad essere più veloci, tali differenze quasi scomparivano. “Per questi semplici compiti, la rapidità nel prendere decisioni e la precisione è intatta, anche fino a 85 o 90 anni” ha spiegato la professoressa Mc Koon.
In un altro studio, i ricercatori avevano riscontrato che la “memoria associativa” tende ad essere più ridotta negli anziani, quando, ad esempio, questi dovevano ricordare coppie di parole. Anche per il professor Ratcliff, comunque, queste ultime ricerche sono incoraggianti sulle capacità cognitive degli anziani: “La vecchia teoria era che tutti i processi cognitivi diminuiscono alla stessa velocità coll’invecchiare delle persone. Noi abbiamo riscontrato che non c’è un regresso così uniforme. Ci sono alcune cose che le persone più anziane possono fare bene quasi quanto quelle giovani” ha spiegato.

Foto Credits/Getty Images

L.F.

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