Quanti di voi sono timidi e si imbarazzano anche a compiere i gesti più semplici? La timidezza, in alcuni casi, però, può sfociare in una patologia che rende gli individui psicologicamente instabili. Quando la timidezza diventa patologica il semplice imbarazzo del momento paralizza l’individuo dal fare qualsiasi cosa avendo anche delle reazioni istintive a livello fisico, come l’arrossamento o la mancanza di parole, il sudore alle mani o la balbuzia.
Secondo, però, un’ultima ricerca effettuata dalla Vanderbilt University del Tennessee negli Stati Uniti. Grazie alla supervisione e al coordinamento della dottoressa Jennifer Urbano Blackford, gli studiosi sono arrivati alla conclusione che la timidezza può derivare da problemi nel cervello. E’ da lì che ha origine tutto. La ricerca ha visto come protagonisti diversi individui con personalità differenti: timidi, estroversi e introversi.
A tutti sono state fatte vedere delle immagini che da volti irriconoscibili sono pian piano divenuti più chiari. Durante questa fase sono state analizzate le reazioni cerebrali di ognuno di essi. Praticamente si è evidenziato che mentre gli estroversi avevano una risposta cerebrale maggiore nel momento in cui vedevano dei volti sconosciuti, i timidi non dimostravano alcuna risposta pur vedendo dei visi a loro familiari.
In sostanza, si è evidenziato che le persone timide hanno un deficit cerebrale che li porta a comportarsi in questo modo:
Questa deficienza all’abitudine fornisce un nuovo meccanismo neurale per la comprensione del comportamento timido e cauto che è caratteristico degli individui inibiti. Gli individui che familiarizzano più lentamente possono trovare gli incontri con nuove persone opprimentied evitare così nuove esperienze sociali, mentre quelli che si adattano più rapidamente possono essere più propensi a cercare nuove esperienze sociali.
Pubblicato sul Social Cognitive and Affective Neuroscience, lo studio ha utilizzato come strumento principale la risonanza magnetica per immagini. La timidezza va, quindi, combattuta comunque perché questo deficit può comportare differenti disadattamenti e disordini come l’ansia sociale che non possono di certo giovare alle relazioni interpersonali dell’individuo.
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