Tutti noi abbiamo a che fare, per lavoro o nella nostra vita privata, con persone “difficili”: possiamo avere problemi a relazionarci con persone, scortesi, arroganti oppure aggressive. Non esiste una definizione univoca, molto dipende dal nostro carattere o dalla situazione. Tuttavia la difficoltà rimane: come possiamo superare quest’ostacolo ?
Non dobbiamo avere aspettative poco realistiche: non possiamo cambiare le persone. Quindi, non facciamoci illusioni e non tormentiamoci pensando troppo ai difetti della gente con cui abbiamo difficoltà a relazionarci. Semplicemente, lasciamo perdere. Il nostro obiettivo dev’essere unicamente quello di migliorare il dialogo o di risolvere un determinato problema. Non dobbiamo cambiare le persone difficili, ma il nostro modo di approcciarci a loro.
L’errore più grave che possiamo commettere in questo caso è partire con la convinzione di essere nel giusto. Probabilmente gli atteggiamenti fastidiosi del nostro interlocutore non faranno che intestardirci e rafforzare la nostra voglia di “vincere” la discussione. Eppure, in questo modo, rischiamo di danneggiarci da soli, accendendo i toni e innescando una spirale di aggressività e incomprensione. Ci conviene? Probabilmente no.
Meglio tentare di moderarsi: cerchiamo di abbassare il tono della voce, di accennare un sorriso e di parlare in modo non troppo concitato. Di riflesso, anche il nostro interlocutore si tranquillizzerà maggiormente. Una volta disteso il clima, concentriamo le nostre energie non sull’avere ragione, ma sul cercare di capire le opinioni dell’altra persona. Questo renderà facile non solo un confronto più moderato, ma potrebbe anche permetterci di aprire la nostra mente a nuove prospettive. Inoltre comprendere meglio le motivazioni dell’altro ci permette di elaborare una strategia relazionale molto più efficace.
Se la discussione diventa accesa, ricorriamo agli esempi. Farci capire con spiegazioni astratte, teorie e principi molto spesso non porta da nessuna parte. Meglio utilizzare argomentazioni perfettamente concrete. Quando Krusciov denunciò pubblicamente i crimini di Stalin, una voce dal pubblico lo accusò di aver taciuto quando il dittatore era ancora in vita. Krusciov invitò il suo accusatore a farsi avanti: nessuno lo fece. E lui replicò “Ora sapete perché”. Ecco come un esempio chiaro e calzante può essere più efficace di qualunque teoria per discutere, in particolare quando si toccano temi spinosi con persone dal carattere difficile.