Come reagiscono le persone al terrorismo?

di Valentina Cervelli 0

Come reagiscono le persone al terrorismo? Male. In tutti i sensi possibili del termine. E non parliamo ovviamente del naturale dolore, più che giustificato da atti di barbarie perpetrati, ma dal fatto che nella maggior parte dei casi tendono a dimenticare, anch’esse, di essere persone.

Quando facciamo questo discorso vogliamo puntare più che altro alla mancanza di coerenza ed alla capacità di alcune persone di approfittarsi di un’ovvia temporanea debolezza psicologica delle persone.  Purtroppo le recenti cronache ci hanno dato degli esempi molto forti in tal senso. Quando qualcosa di brutto accade vicino ci indigniamo giustamente e soffriamo. Ma ci dimentichiamo per farlo anche per tutte le vittime ammazzate dalla stessa mano in luoghi lontani da noi che non fanno parte della società così come la vediamo noi. E questo non andrebbe fatto: la nostra indignazione dovrebbe scattare in ogni caso eliminando il blocco psicologico dietro quale ci difendiamo dalla sofferenza: “è lontano, è una società diversa e non importa”. Non va bene e non ci fa bene.

Bisogna essere in grado di stare attenti ma non avere paura, perchè è proprio questo a cui punta il terrorismo: annichilire le persone. Bisogna combattere, dimostrare di essere più forti. E soprattutto non bisogna rispondere all’odio con altro odio: soprattutto se si fa scudo della religione per attaccare. E’  importante mantenere quella lucidità di pensiero che consenta di capire che non si ottiene nulla se ci si comporta come i terroristi. Bandite l’ignoranza e tentate di far vincere sempre la testa e l’amore. Va scelta la vita, non la morte.

 

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