Capita per lavoro o per piacere che ci si ritrovi a pranzare nei più svariati ristoranti in Italia o anche all’estero e spesso chiedersi: “cosa si apprezza di più al ristorante?”. E’ una domanda che sicuramente prima o poi ognuno di noi s’è posto, entrando per la prima volta, carichi di aspettative, in un locale rinomato di cui abbiamo fino a quel momento sentito solo parlare. Oppure quando durante uno dei nostri viaggi, durante una sosta, ci ritroviamo in una “casupola”, la cui insegna ci lascia più che perplessi e ci ispira meno di niente, e vi troviamo invece l’essenza della vera cucina casalinga.
E’ fuori discussione che ciò che conta davvero è la qualità del cibo, anche se la presentazione delle vivande, il gusto, la novità degli accostamenti e nondimeno la fantasia dello chef , giocano un ruolo determinante nel nostro star bene a tavola. Per molti poi, riveste una grande importanza la quantità di cibo che viene servita, ispirano certo poca simpatia le porzioni da “uccellini” come pure quelle da festa di Trimalcione.
Altro punto di merito va agli abbinamenti: caldo e freddo, amaro e dolce, soffice e croccante; tutto quello che raggiunge il nostro palato deve essere equilibrato in modo tale da risvegliare positivamente i nostri sensi. Ovviamente in ogni ristorante diamo grande attenzione è la lista dei vini e il menù, tra l’altro queste, nella maggior parte dei casi, sono le prime cose che ci vengono proposte appena ci sediamo al tavolo. A giocare un altro ruolo importante nella nostra impressione globale del locale è il corretto rapporto qualità-prezzo di quanto ci viene servito.
Bisogna però sottolineare che c’è una caratteristica di primaria importanza che tutti, senza distinzione d’età, apprezzano quando escono a pranzo: il servizio! Quando ti vedi costretto ad aspettare quindici minuti per la comanda, altri quindici perché arrivi qualcosa con l’acqua, altri dieci per il vino… già s’avverte una certa mal disposizione d’animo che, anche se le portate vengono servite velocemente, permane e disturba. Per non parlare poi dell’abitudine oramai diffusa del conto al banco! Se hai appena trascorso due ore o più seduto al tavolo, subendo forzatamente un servizio lumaca, certamente ciò che ricorderai non sarà il primo buono, il secondo eccezionale e i contorni vari. Ciò che occuperà la tua mente sarà quanto tempo è trascorso dal momento in cui hai varcato la soglia sperando, illudendoti, in un momento di serena convivialità. E ancora sei lì, al banco, in attesa di un conto che pure per via di tempistica non scherza, vedendo personale di sala impegnato in altre mansioni e che purtroppo non può esserti d’aiuto poichè spetta al titolare, in altre faccende affaccendato, mettere fine alla tua agonia con il sospirato conto..