Per i bambini, molto spesso, i compiti a casa, vengono visti come un trauma ed una scocciatura.
Non permettono di andare a giocare a calcio con gli amici, di vedere i cartoni animati preferiti, oltre che ci mettono spesso in discussione con mamma e papà quando un problemino di aritmetica non riesce.
Ma vediamo dal lato degli esperti, a cosa servono questi classici “compiti a casa” e quanto sono utili. Una recente ricerca condotta da Harris Cooper, docente di psicologia e neuroscienze della Duke University, suggerisce, come i compiti a casa, fatti e svolti in piccole dosi, possono solo fortificare le competenze dei piccoli e sviluppare nuove abitudini di studio per quando andranno all’Università.
Purtroppo, però c’è anche qualche caso in cui si trasformano in rendimenti decrescenti.
A partire dal distretto scolastico di Galloway, nel nord ovest di Atlantic City, a seguito di questa ricerca è stata proposta per l’estate una votazione che promuove la limitazione dei compiti a casa di soli 10 minuti al giorno per la scuola primaria, 20 minuti per la secondaria e così via. Ovviamente sono state messe al voto e vietate anche le sottoscrizioni per i compiti nel fine settimana, che diventerebbero fonte di stress per i bambini e soprattutto un peso cognitivo per la sera, non permettendogli, nemmeno in età scolare di vivere il gioco e gli svaghi.
Il movimento anti – compiti, nasce dopo che il dottor Cooper ha dimostrato come i 10 minuti giornalieri siano un efficace strumento per rafforzare le basi, mentre al di sopra di essi, c’è un minimo livello che sfiora il miglioramento ed il peggioramento. La battaglia per il lascito e la diminuzione dei compiti pomeridiani, è storia vecchia negli Stati Uniti d’America, infatti, già negli anni ’50, si parlò di questa riduzione perché lo scienziato Harmway, fece delle dichiarazioni molto simili a quelle di Cooper.
Stefano 21 Giugno 2011 il 10:25
Sono più che sicuro che in questo dibattito si alternano pareri di esperti molto discordi sull’argomento, quindi di esprimere un giudizio qui non mi sembra proprio il caso. Dopotutto, entrambe le teorie hanno intuitivamente sia aspetti positivi che negativi.