Un trend che sta continuando a crescere e pare sia destinato a farlo sempre di più. Infatti, è aumentato notevolmente il numero di donne in Italia che ricorrono alla nuova pillola del giorno dopo, quando pensano che il contraccettivo usato possa aver fallito (ad esempio perché ci si è scordati di assumere la pillola, si è usato il coito interrotto o il preservativo si è rotto). A sbloccare la situazione è stata soprattutto la scelta di rimuovere l’obbligo di ricetta per le maggiorenni. Una decisione che ha portato a un sensibile incremento (pari al 42%) nell’uso di questa nuova pillola d’emergenza. Solamente nello scorso anno, i dati diffusi da parte della Società Medica Italiana per la Contraccezione parlano chiaro: sono circa 70 mila le donne in più in confronto al 2016 che utilizzano la nuova pillola del giorno dopo.
Si tratta di statistiche che permettono di fare luce sulla contraccezione d’emergenza: ovvero l’utilizzo della pillola del giorno dopo quando si pensa di essere a rischio di una gravidanza indesiderata, perché si teme che il proprio contraccettivo non abbia funzionato a dovere. E non poteva probabilmente esserci periodo migliore per notare come tale trend abbia portato anche ad un notevole calo relativamente al numero degli aborti, proprio nel 2018, in cui ricorre il quarantennale della legge sull’aborto (che fu emanata nel lontano 1978).
Ed è lo stesso Ministero della Salute a mettere in evidenza gli straordinari risultati raggiunti grazie all’introduzione in commercio di questo nuovo contraccettivo. Dalle relazioni offerte al Parlamento, infatti, emerge proprio come tale novità abbia contribuito ad un sensibile calo degli aborti. Un risultato importante che tutela la salute riproduttiva.
L’utilizzo sempre maggiore di questa nuova pillola del giorno dopo è chiaramente legato alla maggiore efficacia che viene garantita. Questo contraccettivo, che si può comprare in tutte le farmacie e parafarmacie con il nome commerciale di ellaOne, ha un’efficacia che tocca fino il 98% se assunta nelle prime 12/24 ore (contro il 52-94% di quella vecchia), e permette di spostare l’ovulazione fino a ben cinque giorni dopo.