C’è correlazione tra lavoro ed autostima. E la stessa è molto più profonda di quel che si pensa. Un’adeguata rappresentazione potrebbe essere una bilancia con due piatti che spesso faticano a stare in equilibrio: è il loro rapporto a rendere traballante il tutto.
Questo accade perché l’autostima, che è alla base di come vediamo noi stessi, è allo stesso tempo il maggiore interlocutore nel nostro atteggiamento nei confronti di un lavoro e viceversa. Entrambi influenzano il modo in cui ci vediamo e come pensiamo che gli altri ci vedono. Il ricevere un complimento al lavoro, trovarne uno od avere una promozione ci rende felici, ci fa credere in noi stessi. A differenza di un problema o un licenziamento. In quel caso ci vediamo come dei totali fallimenti che non sanno provvedere alla propria vita.
E poco importa ciò che la realtà intorno a noi dica: noi ci vediamo esattamente nel modo risultante dal confronto tra autostima e realtà lavorativa. Non stupisce quindi che in periodi difficili da questo punto di vista siano sempre di più i corsi di autoanalisi organizzati al fine di stimolare la crescita dell’autostima nelle persone per spingerli alla ricerca di un lavoro. Perché è vero: è difficile vivere e darsi da fare in questo mondo. Ma remare contro se stessi a prescindere è la cosa più stupida che si possa fare. Ecco quindi che autostima e lavoro dobbiamo coltivarli insieme, per tenere i piatti dell’ideale bilancia prima citata in equilibrio. Ma soprattutto per essere davvero felici con noi stessi.
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