Crisi: siamo abituati a pensarla necessariamente come un qualcosa di negativo, una catastrofe nelle nostre vite e nella sopravvivenza della nostra comunità così come la conosciamo, che si tratti di una crisi sociale, spirituale piuttosto che economica, eppure la storia ci insegna che proprio nei periodi di crisi sono nate le idee migliori, le spinte al cambiamento, al miglioramento. La crisi in fondo è il fallimento, la messa in discussione, del sistema vigente, dello status quo, il crollo definitivo delle sue falle e di quel tirare avanti a stento, mettendo una pezza qua e là, che prima o poi svela le sue debolezze.
La crisi, ad esempio, d’identità che ha colpito negli anni 50 le casalinghe americane dei sobborghi, insoddisfatte di un ruolo della donna nella società legato esclusivamente alla matrice biologica, ovvero sfornare figli e accudire la famiglia malgrado l’istruzione elevata, ha portato ad una rivoluzione ancora in atto che ha migliorato la soddisfazione personale, le prospettive di vita e realizzazione delle donne.
Anche mettere in crisi valori dati per assodati può apportare cambiamenti positivi. Pensate a quello cui stiamo assistendo in questi anni in Europa e negli USA, un po’ meno ahinoi in Italia: la crisi di ciò che è considerato giusto, naturale, e ciò che viene reputato malato, sbagliato, deviato. Il rifiuto del dato per scontato, il desiderio di poter essere ugualmente diversi, che si tratti di orientamento sessuale piuttosto che di scelte come la convivenza, ha fatto emergere le lacune di una società monotona impostata su canoni di un dualismo a dir poco opprimente per le libertà personali, il diritto di scelta, la felicità stessa degli individui, l’autodeterminazione.
Della crisi Einstein scriveva:
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai problemi.