Cari amici di Iovalgo, proseguiamo il nostro speciale sul trattamento delle fobie e del disagio psicologico in compagnia del professor Giorgio Nardone, ideatore della psicoterapia breve strategica.
Dopo aver descritto la storia ed il metodo, abbiamo presentato alcuni casi di applicazioni pratiche a fobie più o meno comuni: cardiofobia e dismorfofobia. Oggi il professor Nardone ci illustra un caso di disturbo ossessivo compulsivo curato dalla psicoterapia breve strategica.
Questo è il caso di una giovane donna vittima di una serie di pensieri ossessivi ritualizzati. Ella più volte al giorno, prima e durante l’esecuzione di alcune azioni, alcune delle quali ordinarie, si sentiva costretta a ripetere mentalmente delle formule di parole o numeri. Questo sintomo la conduceva a rallentare ogni sua attività e comunque la torturava; inoltre, ritenendosi una persona decisamente ragionevole, non poteva accettare l’idea di essere obbligata a fare cose così irragionevoli. In questi casi si utilizza una prescrizione paradossale che ritualizzi il rituale: ci si impossessa del sintomo compulsivo trasformandolo e conducendolo in tal modo alla sua autodistruzione.
Alla giovane donna venne prescritto: “Da qui alla prossima volta che ci vedremo, ogni qual volta le viene da ripetere una delle sue formule la ripeta a rovescio, tutte le ripetizioni che di solito fa, a rovescio. Ad esempio, se le viene da ripetere la parola uomo, questa diventi “omou”: pertanto lei dirà nella sua mente …omou, omou, omou… tutte le volte necessarie. Se la formula è composta di più parole o numeri, l’esercizio diventerà più difficile, comunque lei ha una mente allenata…non crede?”.
Alla seduta successiva la paziente riferì che tutto ciò era stato faticosissimo ma che aveva davvero avuto effetto, poiché dopo qualche giorno i rituali si erano ridotti e il giorno prima aveva avuto solo due episodi, immediatamente inibiti dall’esecuzione del compito prescritto.
La giovane donna venne semplicemente invitata a far tesoro di ciò che aveva imparato, ossia “uccidere il nemico con il suo stesso pugnale”.
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