Déjà vu, la sensazione di aver già vissuto quell’attimo, di essere già stati in quel preciso luogo, in un dato momento, un ricordo che è nostro pur non appartenendo al passato.
Una percezione che certamente in tanti provano almeno una volta nella vita non senza un brivido di sorpresa: lascia quasi sconcertati visitare un posto, certi di non esserci mai passati, eppure avvertendo qualcosa di familiare, uno scenario già visto per l’appunto.
Gli psicologi specializzati nello studio della memoria affermano che possediamo i ricordi di ciò che ci è successo e le informazioni sul luogo e l’ambiente in cui le abbiamo vissute, una memoria d’origine. E’ il motivo per cui, quando entriamo nella nostra vecchia scuola, ci ricordiamo di un’aula in particolare in cui siamo stati, dove abbiamo frequentato una lezione specifica e simili.
Ci sono due modi di riconoscere che ci troviamo in una situazione familiare: richiamare alla mente una situazione già vissuta, come nel caso di una visita nella nostra vecchia scuola, o in alternativa sentire di essere legato in qualche modo ad un dato luogo, di conoscerlo, senza magari esserci mai entrato. Ad esempio possiamo passare vicino alla biblioteca della nostra città ed avvertire una sensazione familiare malgrado in passato non vi abbiamo mai messo piede.
L’esperienza di déjà vu implica l’avvertire una sensazione di familiarità mentre si vive e si sperimenta una situazione completamente nuova. Ecco perché ci stupisce tanto e ci lascia con un senso di mistero, cerchiamo persino di sforzarci di ricordare ma per quanto rivanghiamo il passato non troviamo nulla. E allora capita di pensare: “Che strano, ho già vissuto questo momento!”. E ci sembra tutto già scritto da qualche parte, magari dovevamo passare di lì. Questa è la spiegazione fatalista che spesso ci si da per giustificare il déjà vu.
Secondo uno studio del 2009, condotto da Anne Cleary, Anthony Ryals, e Jason Nomi, pubblicato sulla rivista Psychonomic Bulletin and Review, il déjà vu potrebbe in realtà spiegarsi con la memoria straordinaria che abbiamo degli oggetti. Ad esempio, se a casa di un amico vediamo lo stesso servizio di piatti dei nostri genitori, avvertiamo immediatamente un senso di familiarità. Probabilmente nel déjà vu ci troviamo in scenari simili a quelli che abbiamo vissuto in passato: una stazione, un aeroporto, l’ingresso di un hotel. La nostra mente non li riconosce come nuovi se in passato ha fatto esperienze molto simili. E’ un modo che ha la nostra psiche per farci sentire al sicuro, per avvertirci ad esempio che trovarsi in un ristorante è una situazione familiare, una situazione già vissuta. E’ come se la mente volutamente non classificasse come nuove esperienze in contesti simili a quelli già visti in passato.
[Fonte: Psychology Today]