La depressione incide in maniera pesantemente negativa sulla vita di che ne soffre, e può anche portare a delle modifiche del funzionamento del cervello, secondo quanto scoperto da una ricerca dell’University of California, Los Angeles. I ricercatori hanno monitorato tramite un elettroencefalogramma il cervello di 158 persone, di età compresa fra i 21 e i 70 anni, 121 dei quali soffrivano di depressione maggiore, caratterizzata da stati d’animo irrequieti e ansiosi, difficoltà a concentrarsi e mancanza di stimoli, mentre gli altri 37 non presentavano sintomi depressivi.
L’autore dello studio, il professor Andrew Leuchter, ha spiegato: “Sappiamo che la depressione non è semplicemente uno stato d’animo, essa è realmente contraddistinta da cambiamenti nelle funzioni del cervello“. Nella ricerca è stata infatti riscontrata un’iperconnettività in alcune specifiche aree del cervello nei pazienti depressi.
Secondo il professor Leuchter, ciò significa che il cervello sta perdendo la sua capacità di trasmettere le informazioni selettivamente, poichè un cervello normale può accendere e spegnere tali collegamenti, mentre nei pazienti depressi esso sembrava aver perso tale facoltà. Inoltre, le connessioni più strette che si riscontrano nel cervello delle persone depresse lo rendono meno flessibile, e ciò renderebbe più difficile per il soggetto reagire in maniera appropriata a taluni eventi. Le persone depresse tendono infatti a vedere come catastrofiche anche situazioni che le altre persone affrontano con tranquillità e in maniera razionale.
Il professor Ian Cook, coautore dello studio, ha commentato: “La nostra speranza è che questa linea di lavoro apra una nuova prospettiva su cosa va male nel cervello quando una persona è depressa. Noi abbiamo realmente bisogno di guardare la rete all’interno del cervello, non semplicemente le specifiche aree da sole.”
Questi studi potrebbero servire anche a migliorare la tecnica della stimolazione magnetica transcranica, o TMS, un metodo già in uso per il trattamento della depressione, che prevede l’utilizzo di un campo magnetico per stimolare una parte specifica del cervello. E’ ciò che spera il professor Neil Bockian, specialista in questo tipo di tecnica per la cura della depressione, che ha commentato: “Avere un’altra strada per il trattamento è molto incoraggiante. Questo è un passo in avanti in qualcosa che riguarda decine di milioni di persone”
Foto Credits/IsaacMao su Flickr
Luca Fiorucci
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