Il mondo lavorativo è un campo d’azione difficile per tutti. In questi tempi di crisi economica trovare un lavoro soddisfacente è un miracolo per molti. Ma soprattutto per le donne è sempre più complicato farsi strada in un mondo in cui vigono stereotipi e condizionamenti di ogni tipo, in cui di regola il capofamiglia è l’uomo, che si occupa della gestione familiare e del lavoro.
Secondo un’indagine condotta da Eurofund le donne hanno diverse capacità nel mondo del lavoro, ma non sono ancora particolarmente ben viste. Sembrerebbe che le donne manager non siano ben volute dai propri dipendenti rispetto ai capi d’azienda di sesso maschile. Sono state prese in esame ventimila aziende a livello europeo e si è evidenziato come il dialogo tra dipendenti e capo è frequente nel 57% dei casi se si tratta di uomini, ma solo del 47% quando a comandare la vita aziendale è una donna.
Il problema di fondo, però, non consisterebbe nelle scarse capacità delle donne, bensì nella mentalità. Infatti dai dati dell’indagine è risultato che se chiediamo alle donne come hanno raggiunto la loro posizione esse risponderanno che si è trattato di un colpo di fortuna, mentre l’uomo alla stessa domanda risponderebbe con un elogio a se stesso e alle proprie capacità. Se guardiamo al nostro Paese, in Italia, coloro che sono guidati da una donna la considerano troppo esigente rispetto al 44% dei dipendenti che prendono ordini da un uomo.
In conclusione, si può quindi dire che la donna si trova vittima di un pregiudizio. È per questo che non ha molto spesso la capacità di prendere l’iniziativa o valuta con estrema attenzione ogni passo che deve compiere in ambito lavorativo. È sorprendente scoprire come nella pubblica amministrazione italiana per ogni 100 dirigenti generali ci sono solo 11 donne che lavorano, anche se ci sono moltissime donne insegnanti. Quindi, le donne non sono incapaci per mancanza di qualità. Il problema sembrerebbe attinente a fattori esterni.