Gioca responsabilmente. Questo è lo slogan ripetuto alla fine dello spot televisivo in onda da qualche mese per il Superenalotto. La pubblicità riprende una nota canzone di Toto Cutugno dal titolo “Sono un italiano” per spiegare tutte le motivazioni che spingono gli italiani a giocare e conseguentemente a sognare attraverso questa possibilità che può portare ad una vincita.
Sarà colpa della crisi economica, sarà che gli italiani sono un popolo di sognatori, ma secondo uno degli ultimi rapporti pubblicati da Agcos sono quasi 30 i milioni di italiani che giocano e di questi 7 milioni lo fanno con una frequenza settimanale. La dipendenza dal gioco è un problema allarmante e da non sottovalutare. Gli esperti la chiamano ludopatia, ovvero quando il gioco diventa una dipendenza inarrestabile che genera comportamenti ossessivi. Molto spesso individui arrivano a non avere più un centesimo per poter giocare e provare la combinazione vincente. In alcuni casi il gioco diventa anche sporco e per questo il gioco d’azzardo diventa clandestino, illegale e può arrivare a rovinare la vita di una persona.
È per questo che un ragazzo come Danilo racconta la sua esperienza e attraverso il sito Nodipendenza.com cerca di far capire qualcosa in più sulla ludopatia e su cosa si può fare per combatterla. È chiaro che nel momento in cui il gioco diventa patologico perché non è più possibile frenare l’impulso a giocare bisogna stare molto attenti. Dal divertimento si passa ad uno stato di eccitazione che genera comportamenti compulsivi. Non è un caso, infatti, che lo spot che abbiamo citato all’inizio dica “gioca responsabilmente”. In aiuto ci arriva anche l’opinione del Professor Maurizio Fea, psichiatra e project manager di Giocareresponsabilmente, il quale ha sostenuto:
Pur avendo la passione per il gioco, il giocatore d’azzardo sano ha ben presente quanto è disposto a spendere ed, eventualmente, a perdere. Invece, nel giocatore d’azzardo patologico viene a mancare questo controllo, così come accade nelle persone che soffrono di una qualsiasi dipendenza.
Foto Credits | hummyhummy su Flickr
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