In queste ore, mentre le ricerche sono riprese frenetiche nel tentativo di ritrovare i dispersi del naufragio della nave Costa Crociere, il pensiero va ai sopravvissuti e a tutte quelle persone giunte da ogni dove, in preda all’ansia e al dolore, per avere notizie sui propri cari, di cui ancora non si sa nulla.
Sintomi del disturbo post traumatico da stress
Chi vive in prima persona, ma anche per esperienza indiretta, un evento traumatico, come ad esempio la morte di una persona cara, può sviluppare i sintomi del disturbo post traumatico da stress, che si manifesta:
- paura intensa
- il sentirsi inerme o il provare orrore
- il continuo rivivere l’evento traumatico
- l’evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma,
- l’ottundimento della reattività generale
Tale disturbo, infatti, è collegato a tutte quelle situazioni in cui un soggetto subisce un colpo violento, contro il quale non è possibile usare con efficacia i comuni strumenti di difesa psicologica e fisica di cui siamo dotati. Il trauma può essere di primo tipo, quando è provocato da un avvenimento singolo e non previsto, o di secondo tipo, quando, invece, viene causato da una violenza che perdura a lungo e si ripete più volte.
Disturbo post traumatico da stress e reazione
I due diversi tipi di traumi, generano, a loro volta, un funzionamento mentale differente, che rappresenta il tentativo di maneggiare il dolore che comporta. Nei traumi di primi tipo, la persona coinvolta sviluppa la tendenza a ricordare ogni singolo dettaglio dell’avvenimento, e lo ripercorre continuamente alla ricerca di una spiegazione che lo renda più tollerabile. Nei traumi di secondo tipo, invece, si tende a rimuovere quanto accaduto dalla memoria storica ed emotiva.
Nel Disturbo Post Traumatico da Stress, si può, quindi reagire al trauma con due modalità che possono persino presentarsi in diversa combinazione. Attraverso un potenziamento innaturale e dispendioso delle reazioni di allarme e di controllo della realtà (flashback, pensieri e conversazioni che riguardano l’evento, ecc), o attraverso un apparente “spegnimento” del meccanismo di percezione degli stimoli di pericolo e delle emozioni in genere, come una sorta di anestesia emozionale, che provoca il calo di interesse verso il mondo esterno.