Le donne manifestano più velatamente il dolore, riuscendo a nascondere meglio la sofferenza. Un soffrire in silenzio che traspare meno dal volto al punto che riconoscere quando una donna soffre può essere difficile.
A dirlo è un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori afferente al Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Gli autori, Paolo Riva, assegnista di ricerca, Simona Sacchi e Lorenzo Montali, ricercatori in Psicologia sociale, e Alessandra Frigerio, dottoranda di ricerca, hanno pubblicato la loro ricerca sulla rivista di divulgazione scientifica European Journal of Pain.
Dal viso di una persona solitamente si capisce davvero molto, non solo su chi abbiamo davanti ma anche su cosa ha dentro, quali emozioni sta vivendo, cosa sente e prova realmente mentre interagisce con noi. In particolare, dal volto si riesce spesso a comprendere il dolore e, malgrado si indossi molte volte una sorta di maschera di ghiaccio per nasconderlo, non di rado sfocia sul viso come un fiume in piena e si manifesta, svelando agli altri che stiamo male, che il nostro stato d’animo è impostato sulla sofferenza.
Dalle espressioni del volto chi ci osserva può trarre conclusioni anche sull’intensità del dolore. Eppure da questa ricerca è emerso che non sempre il compito di decifrare il dolore è così semplice. Se ad esprimere sofferenza era un volto femminile, spesso gli osservatori non riuscivano a captarla.
Tre gli esperimenti condotti dagli autori su un totale di 128 persone.
Nel primo sono state coinvolte 34 persone, chiamate a decifrare delle immagini statiche con volti maschili e femminili, raffiguranti diverse espressioni: dolore, rabbia, disgusto, neutra.
I maggiori errori sono stati compiuti proprio quando il dolore da decifrare riguardava quello palesato sul volto di una donna.
Inoltre, proprio quando si trattava del dolore espresso dalle donne, i partecipanti impiegavano più tempo ad identificare la giusta espressione.
[Fonte: Agi]
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