Perdere una persona cara è un evento che sconvolge la vita delle persone. Soprattutto quando si parla di relazioni fondanti, ovvero come quella che può instaurarsi tra i genitori e i figli, il lutto genera un dolore molto forte che sarà poi difficile da superare. Dopo la perdita di una persona dalla propria vita ci sono diverse fasi che il “sopravvissuto” attraversa. Innanzitutto, una grande sofferenza non permette subito di poter tornare con facilità alla propria vita quotidiana.
Il comportamento più usuale è quello di chiudersi e dimenticarsi di se stessi come persona. Di solito ci si trova di fronte a due tipi di atteggiamenti. Da un lato, il soggetto decide di chiudersi in se stesso, arrivando persino a non mangiare e dormire più, tendendo quasi all’autodistruzione. Il secondo atteggiamento è quello che contraddistingue le persone che, pur vivendo un momento difficile, decidono di reagire e comprendono di dover chiedere aiuto, anche ad uno specialista esterno come uno psicoterapeuta. Con un dolore così grande i soggetti tendono a somatizzare e a provare non solo dolore e sofferenza per la perdita a livello morale, ma a soffrire di veri e propri disturbi fisici. Ma ciò che c’è da precisare è che il lutto è prima di tutto uno stato emotivo che si manifesta nel momento in cui ci si trova di fronte a delle separazioni molto importanti.
Infatti, non bisogna considerare “lutto” solo la scomparsa di un caro, ma anche un abbandono, la fine di un impegno importante come un lavoro, un fallimento personale, un cambiamento repentino e sconvolgente nella vita di una persona. Sono da considerare come “lutto” anche la nascita di un figlio malato oppure una separazione coniugale. Questi allontanamenti possono essere superati soltanto dopo aver capito di dover “salutare” ciò che è andato via e continuare la propria vita in modo regolare.
Foto Credits | shattered.art66 su Flickr
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