La complessità impera. Fateci caso. Amo la tecnologia, le immense opportunità che offre ma penso che alcune applicazioni siano stupide e completamente inutili oltre che controproducenti. Il navigatore, ad esempio, che ci sta portando a non allenare la nostra memoria spaziale ed a farci perdere il senso di orientamento interno di cui tutti, anche senza GPS, siamo dotati. Mi è capitato di dover dire ad un mio amico, che aveva percorso tre volte la stessa strada seguendo il dio navigatore, che avevo notato la stessa auto bianca parcheggiata lungo il percorso ed è solo così che ha smesso di girare in circolo come un folle.
Le nostre cucine si sono trasformate in catene di montaggio in cui c’è un macchinario infernale specifico per tritare e schiacciare qualsiasi cosa, anche il nostro ingegno e la nostra inventiva, la nostra capacità di problem solving, a conti fatti. Anche le aziende sono sempre più innamorate del complesso, del tecnologicamente avanzato ed investono in corsi per dirigenti tralasciando la formazione di base. L’incomprensibilità oggi viene additata come un segno del genio.
Come spiega lo psicologo australiano Carl Beuke, proprio come nello sport, l’ideale sarebbe però concentrarsi sui principi fondamentali, è questa la chiave per l’eccellenza. Le migliori squadre passano più tempo ad affinare ulteriormente le abilità fondamentali che ad allenarsi su nuovi schemi complessi. Più che imparare diecimila cose nuove ogni giorno, bisognerebbe allenarsi a conoscere le basi del proprio lavoro, spesso addirittura ignote nel mare di operazioni astruse che caratterizza oggi anche professioni e servizi piuttosto semplici, basilari appunto.
Il business spesso perde di vista i fondamenti per andare alla ricerca del complesso, affascinato da imprese titaniche e strategie decisamente troppo vaghe ed incomprensibili per portare risultati alla fine dei conti. Il successo ubbidisce a logiche molto più semplici che includono conoscere le basi della propria professione, lavorando su queste competenze ogni giorno, dando istruzioni chiare ai propri dipendenti, insegnando loro l’abc prima di passare a concetti complessi e macchinosi. Controllare che le cose siano fatte bene e trattare le risorse umane bene sono altri due fattori spesso trascurati e che invece incidono molto sulla produttività e sul successo di un’azienda, di una squadra.
Pensate che anche in settori ad alta tecnologia come l’aviazione, la chirurgia, e l’energia nucleare, gli incidenti sono spesso causati da errori alquanto basilari come non comunicare gli ordini in maniera chiara e concisa, non ascoltare gli altri componenti della squadra. Oggi i peggiori nemici del successo, fattori di fallimento, sono l’arroganza, l’autocompiacimento, l’impazienza, purtroppo molto comuni. La chiave di prestazioni qualitativamente alte risiede invece, per l’esperto, nella concentrazione sui concetti semplici e basilari del proprio lavoro, mantenere tutto il più semplice e chiaro possibile eviterà anche di creare problemi troppo complessi da gestire.
[Fonte: Psychology Today]
XXXX 10 Gennaio 2013 il 12:53
Quando vedo siti che parlano di successo provo tanta compassione per la specie umana. Il desiderio di ottenere successo è una patologia grave e voi siete i virulenti che contagiate.