Sono stati scoperti i geni della felicità. O almeno è quello che sostengono i ricercatori Meike Bartels e Philipp Koellinger dell’Università di Vrije ad Amsterdam. A quanto pare esisterebbero 3 varianti genetiche coinvolte nella sensazione di felicità percepita delle persone.
Comprendere meglio il funzionamento di questi geni (legati alla nevrosi ed all’ansia, N.d.R.) potrebbe aiutare i ricercatori a mettere a punto delle terapie specifiche per ridurre gli stati ansiosi. Cosa dobbiamo ricordare quando pensiamo a tale scoperta? E’ importante non dimenticare che i criteri della felicità cambiano da persona a persona e sono in qualche modo influenzate anche dalla società nella quale i soggetti vivono. E questo significa che possiamo avere un controllo abbastanza presente sulle nostre emozioni e sulle nostre reazioni. I geni, con molta probabilità possono renderci più empatici e meno ansiosi, ma non rappresentano una sorta di interruttore in grado di regolare quanto effettivamente possiamo essere felici. Come spiegano gli autori:
Siamo ormai certi che ci sia un aspetto genetico coinvolto nella felicità. Tuttavia le tre varianti individuate sono solo una piccola frazione del Dna coinvolto, ci aspettiamo che ci siano molti altri geni che hanno un ruolo nella sensazione di benessere delle persone.
La speranza degli scienziati olandesi è quella di riuscire a sfruttare la scoperta per trovare un modo semplice ed efficace di curare la depressione e tutti quei disturbi di tipo psicologico che affliggono le persone: mettere insieme un approccio medico e uno di comprensione e meditazione per ottenere il migliore risultato possibile ed il raggiungimento… della felicità.
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