A quanti di noi durante una discussione è successo di avere paura di essere derisi dagli altri? La maggior parte di noi teme il confronto con gli altri e spesso questa tensione diventa così forte da bloccarci e mostrando agli altri che davvero non siamo all’altezza della situazione; questo capita anche quando siamo perfettamente in grado di affrontare il problema ma restiamo paralizzati dalla paura di essere derisi, paura che prende il nome di gelotofobia; è vero che siamo tutti gelotofobi?
Il termine gelotofobia deriva da ghelos, ghelot= riso e si manifesta in persone di ogni sesso o età, anche se è maggiormente diffusa nelle donne e ne consegue uno stato di malessere e di grande tensione emotiva. In realtà a tutti noi è capitato almeno una volta di avere il timore di essere derisi, ma allora quando è che si passa dal comportamento sano a quello disturbato?
Il dottor Willibald Ruch dell’Università di Zurigo ha condotto un interessante esperimento sulla gelotofobia; nella sua ricerca ha utilizzato il Geloph, un questionario da lui stesso elaborato costituito da 15 domande per misurare i livelli di paura delle risate altrui. Dopo la somministrazione del questionario tutti gli esaminati, sia quelli con punteggi molto alti che quelli con livelli estremamente bassi, dovevano ascoltare alcune registrazioni di risate di vario tipo, da quella leggera a quella da scherno e giudicarle come piacevole/spiacevole o prepotente/poco prepotente.
Ne è emerso che di fronte ad una risata negativa gli individui che avevano ottenuto un basso punteggio al geloph hanno avuto lo stesso tipo di reazione dei soggetti identificati dal questionario come gelotofobi, ma il discorso cambiava nelle risate positive, che questi ultimi percepivano come maligne. Il dottor Ruch ha quindi ipotizzato che la gelotofobia consiste nell’incapacità di capire la natura delle risate altrui e dell’umorismo e che spesso è causata da esperienze passate di derisioni che l’individuo non ha ancora accettato e superato.