Il gene della felicità è stato identificato. L’annuncio che il ricercato più inseguito era stato avvistato, da qualche parte, lì, nei recessi del codice genetico, è arrivato sulle pagine della rivista di divulgazione scientifica Journal of Human Genetics con la pubblicazione di una ricerca che porta la firma di un’équipe di ricercatori afferente alla London School of Economic and Political Science di Londra, coordinata da Jan-Emmanuel De Neve.
Lui è 5-HHT, un gene che detiene un potere immenso: farci sentire particolarmente soddisfatti delle nostre vite, felici e di buon umore. Questo perché pare abbia il controllo su Lei, quella sostanza altrettanto ricercata, responsabile del nostro stato d’animo: la serotonina.
E’ proprio 5-HHT che regola la distribuzione della serotonina. I ricercatori hanno analizzato un campione di 2.500 persone, scoprendo che il 69% dei soggetti in possesso di una versione doppia di questo gene, ovvero una ereditata dalla madre ed una dal padre, si definiva contento o molto soddisfatto della propria vita rispetto ad un 38% di individui non dotato di una copia del gene della felicità, come è prontamente stato definito.
5-HHT è responsabile del modo in cui le cellule nervose riescono a distribuire la serotonina, sostanza chimica prodotta dalla ghiandola pineale del cervello e i cui bassi livelli sono associati ad un più alto rischio di insorgenza di depressione.
Le persone con la variante “funzionale” del gene 5-HTT tendono a condurre una vita più felice.
Il gene 5-HTT in pratica fornisce il “codice operativo” per il trasporto della serotonina nelle pareti cellulari dei neuroni.
De Neve spiega che, benché si sospettasse da tempo che questo gene svolgesse un ruolo nella salute mentale, questo è il primo studio che dimostra quanto sia fondamentale nel plasmare il nostro livello di felicità individuale.
Naturalmente, sottolinea l’esperto, il nostro benessere non è determinato da un solo gene: altri geni e soprattutto le esperienze della vita fanno la differenza nella felicità individuale. Ma questo dato contribuisce a spiegare perché ognuno di noi ha un diverso livello di base di felicità e perché alcune persone tendono ad essere più felici di altre.
[Fonte: Telegraph]
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