La frase che sentiamo sempre e oramai di rito? “Genitori non si nasce, ma si diventa“. Ma da sempre gli esperti controbattono: “In che modo?”. Quali sono le linee guida più accreditate per svolgere il mestiere più difficile del mondo, cercando di non sbagliare troppo?
Spiega Rosanna Schiralli nel suo Manuale di orientamento per genitori disorientati
Le modalità per educare un figlio sono numerose e complesse. Generalizzare è difficile, ma restringendo il campo, possiamo concentrarci su poche, essenziali regole, che possano aiutarci in questo meraviglioso e complesso percorso.
E’ da evitare in modo assoluto l’autoritarismo. Spiega ancora Schiralli:
Un’educazione improntata alla censura produrrà bambini incapaci di entrare in contatto con le loro emozioni, che svilupperanno passività e dipendenza.
Altra mancanza in cui molti incappano, è l’incapacità nel dimostrare affetto e dunque in ultima analisi l’indifferenza che mostrano. Secondo Roni Jay, autore del manuale Le 10 cose più importanti che potete fare per i vostri figli,
La disattenzione è l’anticamera della solitudine-chiusura adolescenziale.
Ugualmente l’incapacità all’ascolto.
Ribatte Schiralli:
Ascoltare le loro emozioni, dedicando spazi temporali esclusivamente per loro emozioni, dedicando spazi temporali esclusivamente per loro è il primo passo per entrare in sintonia.
Infine un atteggiamento di estrema permissività:
Le regole, i limiti su cui fare ruotare la loro esistenza sono fondamentali. Bisogna applicarli ma non dimentichiamo anche che fin da piccolissimi, imparino a conoscere i loro punti di forza.
Ci spiega infatti Jay:
Ogni bambino è speciale, si tratta di fargli capire le sue peculiarità, valorizzandole al massimo rispetto a quelli che possono essere i suoi difetti caratteriali. Sostenerli nelle loro insicurezze, elogiarli quando se lo meritano. essere attenti ai loro disagi, alle piccole frustrazioni: questo è il compito di un buon genitore. A cui ovviamente si aggiunge un altro ingrediente fondamentale: l’esempio. In mezzo a tutto ciò, ricordiamoci che siamo sempre genitori. Vicini, non amici. Quello di cui i figli hanno bisogno sono una madre e un padre che siano punti di riferimento. Affettuosi, ma autorevoli.
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