Navigatore satellitare: spesso ci ha fatto imprecare perché ci suggeriva con una certa nonchalance di svoltare a destra quando l’unica cosa che vedevamo alla nostra destra era un burrone. Ma c’è di peggio: usare il GPS per orientarsi e lo faranno in tanti sicuramente in vacanza, specie in luoghi che non sono familiari, può essere una potente arma di distrazione per il cervello che a lungo andare può influire sulla memoria e mandare in tilt il nostro di sistema di orientamento. A dirlo è una recente ricerca effettuata da un’équipe di psichiatri della McGill University di Montreal.
Ci sono due principali strategie per orientarsi: una strategia spaziale che crea delle mappe mentali osservando punti di riferimento e raccogliendo altri input dall’ambiente esterno. Una strategia di stimolo-risposta che opera in base a dei comandi esterni senza fare caso all’ambiente circostante. E’ quello che facciamo quando ascoltiamo le indicazioni del navigatore satellitare: spegnere la capacità di memorizzare e mappare del cervello ed inserire una sorta di pilota automatico.
L’uso eccessivo della strategia stimolo-risposta, secondo quanto scoperto dagli autori dello studio, diminuisce il volume dell’ippocampo, l’area del cervello che è delegata alla memoria spaziale. E’ sconvolgente se ci pensate: oggi arriviamo in un posto ma in verità non sappiamo affatto come ci siamo arrivati. Cosa vi ricorda? L’Alzheimer. Siamo tutti malati allora perché ci affidiamo al GPS e non ci alleniamo a ricordare ed a memorizzare? L’ideale, secondo gli esperti, come un po’ per tutti gli ausili tecnologici che ci alleggeriscono la vita e senza i quali ormai la nostra esistenza sarebbe impensabile, è sapersi regolare nell’uso. Ad esempio:
- utilizzare il navigatore ma senza la voce. La voce è un’ulteriore distrazione. Seguiamo la strada ed ogni tanto diamo un’occhiata al percorso che ci indica la mappa sullo schermo.
- Si può ricorrere ad un ulteriore compromesso. Utilizzare il GPS per arrivare in un luogo ed il nostro cervello per tornare indietro. Immaginiamo di essere un gatto che deve ritrovare la strada per tornare a casa ripercorrendo lo stesso tragitto.
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