Una recente ricerca di psicologia firmata da tre università in contemporanea: quella di San Francisco, quella di Berkeley e quella di Toronto hanno sancito l’egoismo dell’essere ricchi. La qualità dei ricchi, infatti è proprio l’autosufficienza dettata dallo status economico, di cui si convincono non avere bisogno degli altri e quindi necessitano di difendersi dietro alti cancelli.
L’essere ricco significa quindi essere ego-riferito e lo studio pubblicato sullo Psychological Science, rende noto che i ricchi sono meno empatici dei poveri, quindi capiscono molto meno le emozioni delgi altri e sono in grado di amare molto meno.
Lo studio, che li ha visti in confronto sulla percezione delle emozioni umane ha reso noto che chi ha meno soldi, una istruzione di base ed un lavoro dipendente è più pronto a fare affidamento sugli altri e dare agli altri, mentre chi è ricco non ha questa vena empatica. Non serve quindi l’animo, lo studio e la poesia, ma è una questione di status.
Anche sulla generosità, abbiamo quindi un qualcosa di diverso ed a nulla valgono le fondazioni dei miliardari filantropi come Warren Buffet che tentano di convincere i colleghi a donare il 50% dei propri avere. Il business di conseguenza si fa senza emozioni. Per diventare “imperatori” ci vuole sangue freddo, non sentimenti.
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