Rom, moschee, la libertà e la sicurezza, rappresentano il sottilissimo filo rosso che lega il noi di dentro e loro di fuori. Siamo sicuri che le ideologie, certe ideologie siano morte? E’ ideologico infatti il rifiuto a priori degli zingari in quanto zingari o degli islamici in quanto islamici.
E non si può negare che ideologico è anche il rifiuto opposto della realtà, il non voler vedere ciò che l’esperienza quotidiana suggerisce: spesso gli insediamenti rom calamitano in modo “irresistibile” la criminalità e nei riguardi dell‘islam, ahimè è un fenomeno piuttosto drammatico la mancata reciprocità tra la diverse culture e non di rado le moschee in Occidente diventano luoghi di reclutamento dell’odio e perfino del terrorismo antioccidentale.
Quali le posizioni dei leader internazionali? Di Sarkozy sui rom e il burqua, sappiamo di certo che dà corpo a due istanze: risponde alle generalizzate paure delle persone e ad una sua personale esigenza di consensi, visto che era in difficoltà. Di diverso avviso Obama sulla moschea a Ground Zero, scelta giusta e coraggiosa ma di certo poco condivisa dalla maggior parte del suo Paese.
Chiediamoci in onestà, è possibile liberarsi dei pregiudizi ideologici e ragionare sulla realtà con mente sgombra? Dovrebbe essere evidente alle coscienze di tutti che per quanto riguarda i Rom, non è possibile, nè ammissibile, l’espulsione etnica di massa: ovvero via tutti i Rom in quanto popolo Rom. Sui diritti degli islamici il discorso non cambia. Hanno il diritto di seguire le proprie tradizioni eccetto quelle che sono in conflitto con i nostri codici.
E dunque va bene il velo ma che non sia quello integrale, si al chador no al burqua, che nasconde l’identità. Libertà affinchè i loro usi costumi possano esprimersi, diritto alla loro cultura, no all’infibulazione. E non impedire la libertà di culto per le moschee e quindi far si che queste sorgano magari non su suolo pubblico nè con denaro pubblico, bensì con le oblazioni di privati, libere sottoscrizioni di privati. E poi applicare criteri di trasparenza nei controlli per evitare che diventino fucine di militanti fondamentalisti e jihadisti.
Dovremmo chiederci piuttosto, se è così difficile attenersi alla realtà e agire con buon senso comune ed evitare inutili quanto pericolose chiamate alle armi. Cerchiamo di non “rarefarci” alle idee, perché facendo spazio a queste, ci restano solo i pregiudizi e con questi, non si va troppo avanti.
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