L’invidia rientra nei 7 vizi capitali, cioè quegli atteggiamenti che ostacolano il nostro benessere e il nostro sviluppo spirituale; è uno dei primi vizi che si manifesta nel bambino e fu la causa del primo delitto della storia umana, quando Caino uccise il fratello Abele e ne seguono molti altri esempi dall’antichità ai giorni nostri.
L’invidia è provocata da una sensazione simile alla gelosia nei confronti dei proprietari di determinati beni, soprattutto cose materiali, ma anche successo negli affari e stima della gente. Perché invidiamo gli altri anzichè essere felici per loro? Il paradosso sta nel fatto che consideriamo questi beni non come cose positive, ma come caratteristiche che potrebbero trascurare noi e le nostre capacità.
L’invidioso non è solo in contrasto con gli altri, ma anche con se stesso e scova facilmente l’invidia degli altri,ma non la sua.
Questo atteggiamento è un modo sbagliato per recuperare la fiducia e la stima personale; si tratta di un meccanismo di difesa molto frequente in cui l’individuo svaluta l’altro per non sentirsi inferiore.
Il confronto con gli altri, invece, è molto importante perché riconoscere che esistono persone migliori di noi sotto vari aspetti, come amicizie o successo lavorativo, non deve rivelarsi necessariamente un male, anzi può spronarci e spingerci a migliorare.
Nei casi in cui la pigrizia ha sostituito lo sforzo e l’impegno, confrontarsi con le fortune altrui può ridarci la forza necessaria a raggiungere lo stesso obiettivo.
L’invidia ci porta a chiuderci in noi stessi, ma ciò non ci aiuta a stare bene, anzi complica le cose; dobbiamo avere più fiducia nei valori, nelle cose veramente importanti.
E’ fondamentale imparare ad aprirsi agli altri e a gioire delle loro fortune e sminuire l’importanza che attribuiamo alle cose materiali apprezzando i beni materiali e spirituali di ogni giorno e ricordando che non sempre la ricchezza è sinonimo di felicità.