L’avreste immaginato (forse..un pò si) che bere una modica quantità di vino a tavola può essere utile per prevenire l’alcolismo? Questo è quanto stabilito da una ricerca condotta da Lee Strunin, professore di salute pubblica alla Boston University, in sinergia con Enrico Tempesta e Simona Anav dell’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcool di Roma. In qualche modo è vera dunque la tradizione, tipicamente mediterranea per cui un bicchiere di vino rosso a tavola fa “buon sangue”.
I ricercatori, hanno preso a campione centosettantasei giovani umbri e abruzzesi, li hanno intervistati ed hanno scoperto che quelli che fin da ragazzi e quindi adolescenti, erano abituati a bere vino a tavola in famiglia, erano molto meno inclini a ubriacarsi da adulti, differentemente dai coetanei che non avevano avuto questa sorta di “iniziazione alcolica”. Questa scoperta dunque, dà ampiamente credito alle idee del medico americano Stanton Peele che si batte da tempo per un’inversione di tendenza del tipo di mentalità americana e dei paesi del Nord Europa riguardo l’estrema intolleranza nei confronti dell’alcool. Le politiche di tali Paesi infatti, demonizzano le bevande alcoliche tentando di sradicarne il consumo tramite tasse e limiti di vendita.
I risultati però di tale accanimento non sono confortanti: in Gran Bretagna infatti, gli alcolisti sono circa tre milioni, in Italia “solo” un milione e mezzo. Tuttavia va detto anche che in Italia – purtroppo – abbiamo importato (e ciò tocca soprattutto i giovani), la mentalità anglosassone del binge drinking, il bere fino a perdere la testa.
In realtà l’opinione di Strunin e Peele, oltre che saggia, contiene una verità che adesso è stata anche ‘testata’: piuttosto che tentare di espandere l’inutile, quanto perniciosa “tolleranza zero” anche all’Europa del Sud, come sembra voler fare la Ue, probabilmente sarebbe più utile cercare di capire a fondo il probleme e perché no, tentare di introdurre la tradizione del bere poco ma bene, in famiglia, anche nei Paesi Nordici.