Si, la notizia è incredibile: aumentano infatti gli studi sperimentali e clinici che riconoscono al movimento fisico un ruolo centrale nell’ottimizzare le performance mentali, ad ogni età. Non sappiamo quanto il dato ottenuto sui topolini possa tradursi automaticamente alla donna e al feto. Ma l’idea è suggestiva. Il movimento fisico può migliorare il funzionamento cerebrale attraverso un’azione biologica in quattro modalità: a) aumento del numero di cellule nervose nei centri cognitivi superiori, deputati a pensiero, calcolo e memoria (questo risultato si basa su un aumento delle sostanze che promuovono la capacità di crescita neuronale: “neurogenesi”); b) aumento della neuroplasticità, la capacità delle cellule nervose di stabilire nuove connessioni tra loro; c) aumento di nuovi vasi sanguigni nel cervello, per ottimizzare la nutrizione delle cellule, adeguandosi all’aumentata richiesta di ossigeno, glucosio e altre sostanze nutritive; d) riduzione degli effetti tossici sul cervello legati alla sedentarietà.
Il movimento fisico è una necessità quotidiana per tutelare il nostro strumento di eccellenza migliore, il cervello. Nell’infanzia, bambini e adolescenti che facciano regolare movimento fisico sono più tranquilli, più capaci di concentrazione e di memorizzazione e mostrano anche una migliore intelligenza emotiva e maggiore capacità di calcolo matematico. Negli adulti, fare sport mantiene indici di performance mentale migliori con un vantaggio che aumenta con il passare dell’età. Per la prevenzione, pochi praticano con costanza la terapia naturale più semplice ed efficace che c’è: muoversi in armonia, ogni giorno nel corpo e nella mente.
E’ importante tener presente inoltre che le donne in gravidanza, se il decorso è fisiologico dovrebbero svolgere movimento fisico aerobico quotidiano (un’ora circa): passeggiare a passo svelto o nuotare o fare acquagym, più streching o Pilates, a intensità moderata. La gravidanza procede meglio, l’aumento di peso resta contenuto, si riduce il rischio di diabete e di ipertensione. Il cervello del piccolo se ne avvantaggia, per un effetto indiretto (gravidanza più fisiologica, parto a termine con buoni indici vitali) e, probabilmente indiretto, per l’ottimizzazione dei fattori di crescita cerebrali.
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