Quando varchiamo la soglia del nostro ufficio, non sempre siamo capaci di gestire le emozioni in modo pienamente consapevole. Spesso infatti non riusciamo a dimenticare i dolori e i guai della nostra vita privata, mentre a volte lo stress del lavoro sfocia in rabbia, stress o frustrazione. Come possiamo impedire che i nostri sentimenti diventino un ostacolo alla nostra vita professionale?
Innanzitutto ricordiamoci che il segreto della stabilità emotiva è la cura di sé. Concediamo al nostro organismo il giusto numero di ore di sonno, scegliamo un’alimentazione completa e facciamo regolarmente esercizio fisico.
Quando sentiamo di essere di umore nero, confidiamoci (e sfoghiamoci) con un collega di cui abbiamo piena fiducia. Condividere queste emozioni aiuta a vedere le situazioni in modo più costruttivo e ci rende immediatamente più calmi. Se non abbiamo occasione di confrontarci con chi ci sta vicino, prendiamoci qualche minuto per rilassarci, scegliendo un’attività che ci distragga o facendo una passeggiata. Recupereremo così la serenità d’animo per tornare a essere più concentrati di prima, affrontando così ogni problema con la giusta energia e tranquillità.
Chiediamoci cosa fa scattare in noi le reazioni più negative: andiamo all’origine delle emozioni che nascono. Perché non tolleriamo proprio un certo tipo di atteggiamento da parte di alcuni colleghi? Come mai non sappiamo reagire a certe situazioni? In quali modo potremmo migliorarci? Dobbiamo diventare sempre più consapevoli dei nostri punti deboli e di come la rabbia può incidere su di noi.
Non facciamoci trovare impreparati: compiliamo una lista delle cose che detestiamo e cerchiamo di abituarci ad evitarle. Ad esempio, non ci piace farci criticare per dei ritardi? Impariamo a gestire meglio il nostro lavoro o a ridiscutere con il nostro capo delle attività e delle priorità da seguire, in modo tale da evitare di trovarci nelle situazioni che consideriamo più spiacevoli.
Infine, facciamo delle scelte: se vogliamo che una determinata situazione cambi, semplicemente iniziamo a farlo. Non accettiamo passivamente i problemi che ci si sottopongono, è sempre meglio affrontare le criticità di petto.
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