Esiste un legame tra stress percepito e malattia cardiaca coronarica (CHD)? Sembra proprio di sì, stando ad una meta-analisi condotta su sei studi che hanno coinvolto, in totale, circa 120.000 persone. A condurre lo studio, pubblicato sul Journal of Cardiology, è stato un team di ricercatori della Columbia University Medical Center (CUMC), che ha seguito, per una media di 14 anni, i partecipanti.
Obiettivo della ricerca, nella prima fase, era quello di ottenere informazioni sul livello di stress percepito dai soggetti, attraverso un questionario contenente domande del tipo “Quanto ti senti stressato?” oppure “Quanto spesso ti senti stressato?”.
Dopo l’analisi dei questionari è stato possibile dividere i partecipanti in due gruppi, uno formato da persone con un alto livello di stress percepito, un altro con un basso livello. Dai risultati emerge come chi era stato assegnato al gruppo con alto stress percepito aveva un rischio aumentato del 27% di soffrire di malattie di natura coronorica o morire per malattie cardiovascolari. Donald Edmondson uno degli autori di questa ricerca e professore assistente di medicina comportamentale al CUMC, commentando i risultati a cui è approdata la ricerca ha dichiarato:
“Mentre è generalmente accettato che lo stress è legato alle malattia del cuore, questa è la prima review meta-analitica sull’associazione tra stress percepito e CHD incidente. Questa è la stima più precisa circa questa relazione e dà credito alla convinzione diffusa che lo stress generale è legato alla salute del cuore. Rispetto ai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare, lo stress elevato fornisce un moderato aumento del rischio di CHD – ad esempio, l’equivalente di un aumento del colesterolo LDL nell’ordine di mg/dL 50, un aumento di 2.7/1.4 mmHg della pressione arteriosa o di fumare cinque sigarette in più al giorno “.
I ricercatori hanno anche scoperto che non c’erano differenze significative tra uomini e donne relativamente a tale associazione mentre il fattore “età” è risultato statisticamente significativo. Emerge, infatti, come il legame tra stress percepito e malattia coronarica fosse più forte tra le persone più anziane.
“Anche se non sappiamo con certezza perché esiste una associazione tra l’età e l’effetto dello stress percepito sulla CHD si pensa che lo stress possa aggravarsi nel tempo. Per esempio, qualcuno che riferisce un alto stress percepito a 60 anni potrebbe aver sentito un forte stress anche all’età di 40 e 50 anni. […] Ulteriori ricerche dovrebbero osservare se lo stress che le persone riferiscono riguarda le circostanze di vita reale (ad esempio gli spostamenti e il caregiving) o le caratteristiche di personalità stabili (ad esempio, personalità di tipo A e B)”,
ha aggiunto il dottor Edmondson secondo il quale le persone più anziane hanno maggiori probabilità di soffrire di fattori di rischio pericolosi per le malattie cardiache come l’ipertensione. Le ricerche future dovranno stabilire quali sono i fattori legati allo stile di vita (ad esempio, la dieta, il consumo di alcol e droghe, l’esercizio fisico) maggiormente coinvolti nel facilitare il legame tra stress e malattie coronariche.
Foto Credits | Bill Ward’s Brickpile on Flickr
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