Per liberare le nostre menti da pregiudizi, preconcetti, stereotipi e concetti datati di bene e male, giusto e sbagliato modo di vivere, occorre andare incontro a quella che è la nostra saggezza personale, dettata dall’esperienza ma soprattutto dall’intuito e da quelle note stonate che spesso risuonano nel silenzio della nostra anima quando sappiamo, istintivamente, che c’è qualcosa che non torna, in un sentimento, in una frase piuttosto che in un comportamento nostro o degli altri.
La saggezza, ad esempio, nella filosofia buddista, racchiude un alto potenziale di scelta e di affidamento su se stessi:
Non fatevi guidare dalla tradizione, dalla consuetudine o dal sentito dire; dai testi sacri, dalla logica o dalla verosimiglianza, né dalla dialettica o dall’inclinazione per una teoria. Non fatevi convincere dall’apparente intelligenza di qualcuno o dal rispetto per un maestro… Quando capite da voi stessi che cosa è falso, stolto e cattivo, vedendo che porta danno e sofferenza, abbandonatelo … E quando capite da voi stessi che cosa è giusto … coltivatelo.
Ci sono ovviamente comportamenti o peggio reati che ledono la libertà altrui e che sono universalmente inaccettabili. Ma ci sono altre scelte, modi di vivere, di amare, pensieri, idee anche profonde, valori che spesso vengono etichettati come sbagliati dalla società in cui viviamo o almeno da quell’opinione collettiva che soffoca la libertà dei singoli di non rientrare negli schemi, quell’opinione, né bianca né nera, che nei sondaggi non è mai compresa.
La nostra forza, quando abbiamo capito che il nostro modo di agire e di pensare non è lesivo della libertà e dello spazio altrui anche se viene osteggiato, è quella di andare avanti con le nostre idee ben salde, soprattutto se appena tentiamo uno scarto e cerchiamo di avvicinarci a quello che viene considerato la norma, avvertiamo quella vocina dentro, quella nota stonata che ci avvisa che è sbagliato, per farsi accettare, rinunciare a quello in cui si crede e che ci rende felici.
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