Un tempo, ci si limitava a pensare al proprio corpo ed esisteva la figura professionale del Personal Trainer oppure del semplice Coach. Questa figura è poi migrata, verso una realtà diversa nell’ambito del lavoro ed è diventata il Coach da lavoro, che nel mondo aziendale aiuta sia il management che gli addetti ai lavori. Con il cambiamento corrente della realtà, sembra però essere diventato importante anche avere un supporto quotidiano per le decisioni di tutti i giorni, una guida che ci aiuti nel fare delle scelte per la miglioria personale, oppure per raggiungere degli obiettivi professionali e personali. Da qui nasce la figura del Life Coach.
Seppur qui in Italia si sta diffondendo solo negli ultimi tre o quattro anni, il Life Coaching è nato già negli Stati Uniti d’America alla fine degli anni ’80, e sempre più persone si rivolgono a queste persone per cambiare radicalmente l’aspetto della propria vita.
Come dicevamo, ben noti sono i profili del Personal Trainer e del Professional Coash, ma oggi vediamo più da vicino la figura del Life Coach. Non stiamo parlando di uno psicologo, di uno psicoterapeuta, oppure di una figura professionale sanitaria che si occupa dello sviluppo dell’individuo per il raggiungimento di obiettivi. Semplicemente si tratta di una persona con cui sviluppare un rapporto amichevole e di rispetto reciproco per farsi ascoltare, aiutare ed incoraggiare, nell’emersione nella società della prate migliore del nostro se. Ma come funziona in dettaglio? Durante gli incontri, insieme al Life Coach, si sceglie l’argomento della conversazione ed il Coach provvederà a porre domande ed osservazione, per portare la conversazione, fino alla focalizzazione degli obiettivi che l’individuo vuole raggiungere.
Il suo obiettivo è quindi quello di scoprire, chiarire ed anche allenare il cliente verso gli obiettivi con il risultato della scoperta del se e dei propri obiettivi. Il Life Coach dal canto suo, comunque deve lasciare una buona parte all’autonomia ed alle sensazioni del cliente stesso. Il Coach personale, quindi, diventa una sorta di guida spirituale. Per chi fosse interessato a maggiori informazioni può rivolgersi alla Federazione Italiana Coach.
Elisabetta 28 Giugno 2018 il 09:45
Quello che fa la differenza tra un percorso di Coaching e altri tipi di relazioni di aiuto è il fatto che il coach basa il suo rapporto sul dialogo, sull’ascolto attivo, e non dà precetti né organizza la vita del suo cliente, piuttosto lo aiuta a fare venire fuori le sue potenzialità, a prendere coscienza di sé, a muoversi sulle proprie gambe in vista di autorealizzazione e benessere. Inoltre, cosa importante, non punta a lavorare sui deficit, ma su quanto di buono ogni individuo ha in sé. Per questo penso che sia una disciplina che, sebbene nata in ambito sportivo e diffusasi soprattutto in ambito lavorativo, è un ottimo sostegno in relazione alla crescita personale di cui si parla nell’articolo.