Non si potrà morire per amore, ma la mancanza di supporto da parte del partner sembra mettere a rischio la salute cardiovascolare di una persona. Ci chiediamo quindi se non sia il caso a questo punto, di tentare di dare una forte spinta all’autostima in modo tale da comprendere una volta per tutte, che va bene la ricerca di supporto, ma dobbiamo essere anche in grado di cavarcela da soli.
Suoneremo forse un po’ polemici ma sono osservazioni necessarie. L’uomo, lo sappiamo, è un animale che vive male la solitudine. Le interazioni sociali ci rendono felici, ci danno la spinta a migliorarci ed a sentire la nostra vita come vissuta pienamente. Questo però non può mettere a repentaglio la nostra salute fisica se per qualche motivo tale appoggio viene a mancare. Eppure è proprio ciò che hanno rilevato gli scienziati dell’Università dello Utah. Commenta in tal senso il dott. Bert Uchino, tra i principali firmatari della ricerca:
Vi è un ampio corpo di ricerca epidemiologica che suggerisce che i nostri rapporti sono predittori della mortalità , soprattutto per malattie cardiovascolari. Ma la maggior parte del lavoro preliminare ha ignorato il fatto che molte relazioni sono caratterizzate da aspetti sia positivi che negativi: in altre parole, da ambivalenza.
Ecco quindi che se le nostre relazioni interpersonali sono buone e otteniamo supporto dai nostri cari, il nostro cuore funziona meglio. Al contrario, in caso di appoggio intermittente, infarto ed ictus potrebbero avere maggiori possibilità di presentarsi. Il campione preso in considerazione in questa ricerca era composto da 136 coppie di’età media pari a 63 anni chiamate a compilare un questionario per misurarne la qualità del matrimonio in generale ed il sostegno del proprio coniuge. Coloro che percepivano un partner sempre supportivo sembravano essere più in salute rispetto agli altri facendo registrare livelli minori di calcificazione delle arterie. Sebbene gli effetti sul lungo periodo debbano essere ancora studiati, i dati appaiono ad ogni modo significativi.
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